
Passavo spesso in quel periodo della mia esistenza da quelle parti e ogni volta la mia attenzione era richiamata insistentemente da quel fascione di calcare grigio che faceva da piede alla maestosa Creta di Collina.. Passa che ti ripassa comincia a girarmi nella testa l’idea di attrezzare una via di tipo alpinistico nel punto di maggiore altezza della parete. Un congresso di mia moglie a Roma mi dà l’occasione di fare in una “bella” giornata di pioggia primaverile un giretto da queste parti per vedere da vicino la parete.. Nebbia pesta e tanto umido mi lasciano solo lo spazio per capire che quassù roccia calcarea ce n’è a non finire.. girovagando solo soletto, e sono le 18.30 di sera, stimo in una quarantina di vie le possibilità di chiodatura dell’intera parete.
Tornerò poi in una giornata ben più calda all’originale intento di aprire qualcosa di tipo classico, al mio imbrago parecchi nut, frend e chiodi.. Sotto a quello che doveva essere l’attacco però il mio ardore alpinistico viene spento dalla vegetazione presente su quelli che dovrebbero essere i 3 tiri stimati. Chiudiamo l’esperimento e mi riprometto di tornare quassù con lo zaino pieno di spit e placchette per cominciare l’apertura dell’antitesi della vicina falesia della scogliera al Pal Piccolo.
In verità mi domando spesso perchè questa bella struttura di roccia ottima sia stata “dimenticata” dai vari personaggi chiodatori della zona di M.Te Croce, ma non me ne faccio più di tanto un problema, anzi.. Il tutto si tramuta in un’occasione quasi unica per me: finalmente una Falesia con la F maiuscola. In confronto le mie esperienze di chiodatura di Caneva (Clapuz e Vasche di Toni) fanno decisamente sorridere!
Decido da bravo carnico che tenterò l’avventura da solo, ma poi valuto che il lavoro quassù sarà incredibile, e che avrò bisogno di compagnia e allora contatto il mio amico più fidato, l’amico Andrea Pellegrina che accetta entusiasta l’idea di darmi una mano.. (forse non sapendo ancora a cosa andava incontro..)
Fatto stà che corro ad acquistare i primi ferri del mestiere e nel luglio 2010 si cominciano le danze.. Non riusciamo ad attrezzare più di 3 tiri al giorno, si va anche dopo il lavoro alle 17 lavorando fino all’oscurità.. Ma la bellezza di essere lassù nella perfetta solitudine al tramonto riempie i nostri cuori di emozioni indicibili.
Durante uno di questi rientri in semioscurità nasce il nome di una delle vie “Rospi serali” data l’enorme mole di anfibi presenti su tutto il sentero verso M.Croce.
Nelle giornate di lavoro in quota il clima dell’estate 2010 non è con noi benevolo: freddo becco, vento e anche pioggia a volontà! Ma la nostra determinazione è più forte di tutto e ci sciroppiamo ogni volta la salita del sentiero dal Passo sotto dei bei zainoni carichi di corde e materiale, tipo 20 kg a giro. L’unica volta che lascio qualcosa in sito lo trovo mangiucchiato. Marmotte? Pantegane? Boh, fattostà che non lascio più niente se non punte metalliche e chiavi inglesi.
Le fatiche si concentrano oltre che sulla parete principale ribattezzato come settore de la Collina anche anche su di un bel massone dov’è sito il settore de La Collinetta.
Il secondo settore, essendo esposto a N, presenta roccia un pò meno aderente ma cmq bella. Asciuga più lentamente de La Collina. Vengono quindi tracciate le vie:
PORTATORI CARNICI 6a-6a+ con passaggio di blocco – a causa dei numerosi viaggi con zaini da spedizione sulla schiena
S.ELI 6a+ con passaggio di blocco e poi belle rigole – 32m – per l’infinità pazienza di mia moglie elisa che vede il suo uomo partire per l’alpe invece di stare con lei

ROSPI SERALI 6a+ bella fessura – 16m – come già detto vedi sopra
SGRILLETTANDO 6b inizio fessura di forza rovescia, poi rigole e aderenza – 32m – nome col doppio senso, attribuito ad una via dove il tratto chiave è costituio da una fessura rovescia dove entrano solo le falangette delle dita…..
A 30 ANNI 5c? – 22m – per poca fantasia attribuisco questo nome pensando che quando da vecchio passerò di qua farò una risatina pensando a cosa combinavo quand’ero giovane
VOGLIE SARDE 4c facile con belle prese – 20m – sono quelle che vedono il Pelle in preda a cavernicoli istinti con un’avvenente barista isolana
Nel settore della Collina vengono chiodate
FASIN LA MEDA 5b via con belle maniglie e un passaggio più impegnativo – 22m – che tradotto in carnico significa ” facciamo il covone di fieno.. Si dai, qualche erbetta sulla via c’è, ma basta lasciarla stare e non prendere i maniglioni fioriti che si offrono al climber
LA SUBULE 5c bei passaggi di placca – 22m – altra via del trittico amoroso dell’amico Andrea. La cara “subule” l’ha tanto tormentato da meritarsi una bella via di placca
BERGRETTUNG CHE’? 6a bel passaggi in opposizione all’inizio – 22m – volutamente provocatorio, in tedesco Bergrettung sta per soccorso alpino e mi chiedo come mai ultimamente i vicini amici carinziani stiano dilagando con il trapano al di quà del confine.. Anche su vie classiche mai chiodate da noi italiani – Ma perchè devono farlo loro allora??
TROTE A GO GO 6a+ placca iniziale e poi uscita impegnativa con spit lungo – 22m – chiude il trittico Pellegriniano. Altra barista altri istinti cavernicoli
SMILE FROM PARADISE 6a – 20m – pilastrino e poi bellissima fessura in leggero strapiombo la via più bella di quelle per ora aperte, dedicata all’amico Andrea Cargnelutti, il suo sorriso ci accompagna sempre quando siamo sulle nostre montagne


Più attrezzo e più la mia mente trova itinerari da chiodare un pò ovunque da ste parti, ma la montagna è qua, tempo ne avrò parecchio, un pò alla volta riuscirò in tutti i miei intenti.
Basta pensare che ancora oggi non sono riuscito a provarle tutte!
Cmq menzione speciale per “Smile fron Paradise” e S. Eli, le vie che preferisco.
A fine agosto 2010 organizzo con i fidati amici l’inaugurazione del sito, tende, fuoco acceso, birre e mucche fanno da scenario ad una notte stellata difficile da dimenticare.

Da alticcio mi cimento anche su voglie sarde con sardonici commenti del Pelle..

Al momento la spittatura è ferma a 11 tracciati ma conto con l’andare del tempo di arrivare a circa 30 vie (almeno). Il grado previsto delle prossime si alzerà dato che una bella parte della falesia comincia con placche strapiombanti e si intuisce già che i gradi andranno dal 6c in su.
Gli itinerari presenti sono attrezzati a Fix da 8 e 10mm su placchette gialle della Fixe. In catena sono presenti o maglie rapide da 8 mm o moschettoni in acciaio.
Altri settori sono presenti nella zona, ad avere una settimana da passare in tenda ci sarebbe da divertirsi!
NOTIZIE UTILI
Accesso:
Dal P.sso di Monte Croce Carnico si prende il sent. CAI 146 che conduce verso il Rif. Marinelli – Cresta Verde. Seguendo il sentiero in 30 minuti di camminata si arriva nella spianata prativa sottostante la Cresta Verde.
Arrivati al pianoro e proseguendo su quest’ultimo verso O, si incontrerà dapprima sulla Sx il settore “La collinetta” mentre in fondo al prato è ben riconoscibile il paretone del settore principale.
Entrambe le pareti sono costituite da calcare molto compatto e sano; alcune vie si sviluppano su rigole tipiche della roccia della zona di Monte Croce mentre altre offrono belle placche di aderenza; arrampicata praticamente uguale alle falesie della Scogliera al Pal Piccolo o delle placche della Val di Collina.

Vi fate un’idea del posto se guardate i video qua sotto.