MONTE ADAMELLO 3539m, Alpi Retiche, sito in Lombardia costituisce la massima elevazione del grupo omonimo.
ARCO DI TRENTO centro arrampicatorio tra i più importanti d’Europa, Prossimo a Riva del Garda che si affaccia sull’omonimo lago. Le vie di arrampicata sono migliaia e di tutte le difficoltà. Annualmente si svolge la competizione di arrampicata più importante del Mondo, il Rock Master. Le vie del centro sono disseminate di negozi sportivi dedicati, un vero spasso per gli interessati
Dai miei diari.
Spedizione estiva dell’anno al M.te Adamello in sostituzione dell’ascesa al M.te Bianco inizialmente prevista, quest’anno per niente in condizione.
La trasferta si è svolta con il mio ranch fino alla Val Camonica attraverso l’autostrada del Brennero, Trento e il Passo del Tonale. Parcheggiamo nel fondovalle nei pressi di Ponte di Legno e cominciamo a salire la valle dei 3 laghi D’Avio diretti al Rif. Garibaldi. Bel rifugio, bel trattamento, fuori fa già un freddo becco. Raggiungiamo il rifugio in 3 ore circa di ascesa tranquilla.

Notte tranquilla in camerate comode.
Alla mattina partiamo da quota 2600 seguendo i ghiaioni di granito e diretti al Passo Brizio, punto più ostico della giornata. La salita a quest’ultimo è di 3° grado con passaggi esposti su attrezzature per niente all’altezza dell’affollamento di questo itinerario: scalette senza pioli, catene che sembrano spaghi, maglie rapide da 3mm!!!!

Cmq, su rocce ghiacciate coperte di verglass riusciamo a raggiungere il passo e la visione delle prime luci del giorno sul ghiacciaio dei forni è stupenda, il ghiacciaio è enorme! (non a caso è il più grande delle Alpi). Per frane si scende sul ghiacciaio, optiamo per questo percorso abbandonando l’idea della traversata di cresta vista la presenza di cornici sulla via e mancanza assoluta di tracce.

Cominciamo così l’interminabile attravesata su ghiacciaio diretti alla parete S dell’Adamello.
Il sole picchia! Per non ripetere l’esperienza ustionante (II° grado al volto) del M.te Rosa di un anno fa, mi metto la crema solare ogni 15 minuti. In 2 ore di marcia spedita siamo nei pressi delle rocce basali della parete S. Molliamo le corde con cui siamo legati per i vari crepacci e cominciamo la salita dello spigolo finale di granito. Destreggiandoci tra neve e blocchi di granito guadagnamo la cima che troviamo in ottime condizioni – quota 3539m. Bellissimo, panorama mozzafiato verso tutta la catena del Cevedale Ortles e Dolomiti. Un sogno.

Il rientro è penoso in quanto l’ulteriore aumento della temperatura scioglie la neve e ad ogni passo si sprofonda fino alla caviglia, ci sorbiamo così i 6 km di ghiacciaio nelle pozze. C’è anche chi trova il tempo di fare i propri impellenti bigogni in mezzo a km quadrati di neve.. : il Pelle! Piazzato lo zaino a protezione fa un buchetto nella neve e mentre si accinge allo “sforzo” sbuca giusta una cordata da dietro l’angolo! ahaha Morire dal ridere 🙂
E’ rimasta poca acqua nelle borracce e la salita al Brizio è una tortura.
Al rif. Garibaldi ci concediamo una bella sosta senza scarponi ai piedi a suon di oransoda. Durante la discesa ci perdiamo d’occhio e ognuno pensa ai suoi dolori fisici e alla sete.. A me si son irritate le balle a forza di sfregare sui pantaloni umidi. Alle 19 arriviamo alla macchina stanchi morti (siamo partiti alle 5.30 di mattina praticamente camminando in continuazione) dopo 14 0re di cammino.

Causa l’irritazione di cui sopra, in barba al pudore e alla luce del sole, metto al fresco, a di un torrente vicino all’auto le pudenda provando subito immediato sollievo.
Divalliamo e troviamo subito la giusta bettola per il pernottamento: l’oste sembra il figlio di Dracula, le camere son piene di polvere, non vedranno un cliente da qualche anno, ma costa poco e noi siamo contenti.
Pernotto con Sbriz.. La sera un pò di festa ma la stanchezza ci sega le gambe.
Il giorno seguente ci trasferiamo ad Arco di Trento in campeggio dedicandoci all’arrampicata delle falesie vicine; Piut per le enormi vesciche generatesi il giorno prima riesce a fare ben poco.
Gente amichevole, seratona a suon di birre. In una discoteca il Pelle viene respinto dal buttafuori dopo essersi presentato puzzolente all’ingresso con le mani sporche di magnesio, ciabatte, pantaloni a 3/4 da arrampicata e tanti ormoni vaganti! Noi 3 ce la ridiamo alla grande.
La serata si conclude al chiaro della luna e delle frontali sotto alla parete del Rock Master nelle vicinanze del campeggio. Si fanno le 4 di mattina filosofeggiando sul più e sul meno della vita; Piut in questo dà il meglio di se.
La giornata successiva si rientra in Carnia con una tacca in più sul fucile
17-07-2007
Omarut, Sbriz, Pelle e Piut