Pizzat – Lovinzola e Colle dei Larici, traversata invernale

M.PIZZAT (VERZEGNIS) – M.LOVINZOLA e COLLE DEI LARICI: 3 montagne che segnano in pratica il passaggio dalle prealpi carniche alle Alpi Carniche vere e proprie. Altitudine rispettivamente di 1904m – 1868m e 1779m. Cime isolate e poco frequantate possono essere raggiunte principalmente attraverso Sella Chianzutan, in passato sito sciistico, seguendo la strada di servizio (divieto al transito) della cava di marmo rosso attualmente in funzione sotto le pendici del Lovinzola. Interessante punto d’appoggio è la casera Presoldon, non gestita e sempre aperta, in buone condizioni. La strada sopra citata porta al centro di quel microcosmo isolato che è la conca di casera Val, non più monticata. Un paesaggio veramente alienante e dal forte fascino per l’estrema solitudine.. La cima del Pizzat può essere raggiunta valicando la forcella Cormolina e seguendo in cresta il percorso piuttosto evidente fino alla croce della cima. Il Colle dei Larici è stato ultimamente rivalutato dal comune con la realizzazione da parte dell’amministrazione comunale di un museo all’aperto dedicato alla lavorazione del marmo; la sommità viene raggiunta di rado.

Volendo tralasciare la strada di servizio della cava è presente un bel sentiero CAI che partendo da Sella Chianzutan risale i boschi di faggio del versante E portando, volendo, nei pressi della conca di casera Val. E’ poi possibile rientrare direttamente a Sella Chianzutan da Casera Presoldon attraverso un sentiero CAI diretto.. si rimanda alle carte Tabacco per maggiori dettagli!

Dai miei diari..

Giornata alpinistica. Finalmente. La tanto parlata traversata delle creste del Lovinzola, sussurata sulle bocche dei vecchi amici alpinisti come uno degli itinerari invernali più belli dell’intero Friuli e paragonato spesso a gite più blasonate sulle Occidentali. Oggi avrò la controprova sulla veridicità di tali commenti così accaldati.

Partiamo di buon’ora da Sella Chianzutan e decidiamo di salire il canale dell’Agarat, varco naturale di scolo delle valanghe della sovrastante zona di casera Val. Ci dirigiamo quindi verso casera Mongranda, ad Ovest, e prendiamo la carrareccia che si alza nel bosco. La neve è dura, perfetta per continuare spediti anche senza i ramponi. Dove la strada intercetta il ruscello di scolo del sovrastante canale lasciamo la strada e cominciamo a risalire in direzione della nostra prima meta.

All’attacco dell’agarat, appena fuori dal bosco

All’attacco del canale mettiamo i ramponi, qualche tratto di ghiaccio nascosto sotto ai blocchi delle valanghe lo impone. Spunta il sole ad illuminare quella che sarà una giornata splendida. Il gruppo si sfilaccia, chi corre di più si allontana, chi è meno spedito chiude il gruppo, io mi perdo a guardare lo spettacolo che si apre ai nostri occhi man mano che saliamo. Le difficoltà non sono mai eccessive, la piccozza non serve, usiamo i bastoncini per equilibrarci, stando attenti a non inciampare sulle punte dei ramponi! In cima al canale il caldino che si prospettava cede velocemente il posto ad un vento freddo che scende dalle cime, giriamo anche versante mirando alla prima punta, quella del Pizzat, la più alta del gruppo.

Marco verso la fine dell’Agarat 

IL nostro Cicerone Andrea ora ci guida ad affrontare il canale che conduce verso la cresta. Usiamo 2 picche, le pendenze aumentano di parecchio, immagino attorno ai 65°.. Il superamento di questo tratto da un pò di pepe alla salita, una figata.

Il canale per raggiungere la spalla del Pizzat

Seguiamo quindi la cresta verso la cima, in un’euforia in aumento alla vista del panorama circolare che si offre ai nostri occhi. Siamo in cima sotto un vento freddo e sferzante.

Quasi in cima

Seguiamo l’evidente cresta ora verso N, arrivando al passaggio forse più pericoloso dell’intero giro: l’attraversamento di un’aerea  forcelletta.. Ci assicuriamo velocemente con la corda ma le manovre portano via comunque qualche minuto.. Tanto basta a congelarmi un ginocchio nella neve! Passo oltre e corro verso il sole, lascio indietro anche gli amici.

Si attraversa un tratto pianeggiante verso forcella Cormolina con delle cavità sempre in agguato, tipo crepaccio da ghiacciaio.. Probabilmente il vento ha fatto strani giochi!

In forcella incontro 3 scialpinisti… Mi domando da dove cacchio arrivino? Anch’io sono sci alpinista ma quest’itinerario non l’avevo veramente mai sentito.. comunque scambio 4 chiacchiere e ricongiuntomi con gli amici proseguiamo alla volta della vicina Cima Cormolina, su pendenze facili.

La progressione del gruppo si ferma quindi sulla successiva cima, la prima delle 3 , sulla dorsale del Monte Lovinzola. Un componente è praticamente sfinito, optiamo per il rientro a Casera Val e quindi a Valle..

L’ultimo brivido della giornata sarà costituito dalla discesa dei prati del  versante S appena usciti dalla galleria di servizio del carrello della cava: ora tarda, caldo e neve pregna, un mix di pericolo! Vado veloce ricalcando le orme di uno sconosciuto predecessore… Tutto fila liscio, ci troviamo mezz’ora dopo all’interno del bar di Sella dove fa più freddo che fuori a bere una birra e dire “Lusso”!

Ora posso confermare le voci di corridoio sulla bellezza dell’itinerario che se fatto in condizioni ottimali di tenuta della neve regala una bellissima esperienza. Si parte dai 950m di Sella per arrivare sul Pizzat a 1900 e poi la quota non scende sotto ai 1600. Per l’intera traversata, che continua con le cime del Lovinzola ed eventualmente del Colle di Larici, calcolare 8 ore di marcia.

I reduci

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