Via Meledis con varianti (non volute) – M. Zermula

 M. Zermula 2143m: è la montagna d’elezione dei paularini e sta proprio al di sopra della conca di Paularo. Visibile già dalla frazione di Caneva di Tolmezzo, lo Zermula è una montagna molto frequentata in tutte stagioni per la scelta di itinerari che offre, per tutte le preparazioni e per tutte le stagioni. L’accesso alla croce di vetta avviene per la normale (escursionistico) salendo dal Rif. Cason di Lanza a 1552m, dove si arriva in auto attraverso strada asfaltata, seguendo il sentiero CAI 442 che risale la base boscosa del monte fino ad una conca con torbiera e zona paludosa sottostante al Cuc della Guardia (vedi altro articolo su questo blog, sezione alpinismo). Da qui più ripidamente si guadagna la forca di Lanza, spartiacque, e quindi rimontando i tornanti del versante S alla vetta in circa 2.30h di tranquilla camminata con splendidi panorami. Variante al sentiero CAI è il sentiero di guerra che si stacca salendo sulla DX oltre la forca di Lanza e che porta alla cima attraverso opere militari di vario genere.

La cima è raggiungibile anche dalla punta Cul di Creta (vedi articolo di questo blog sezione camminando).

Sul versante N sale una bella ferrata, molto consigliabile, ottimamente attrezzata e raggiungibile dal  Cason di Lanza tramite sentiero dedicato che si innalza in un bel bosco rado e successivamente nel ghiaione del versante N fino all’attacco, il tutto ben segnalato.

Sulla calcarea parete N si sviluppano numerose vie di arrampicata di varia difficoltà, alcune su roccia ottima e altre un pò meno.

Apprendo dal sito internet IV grado che nel 2011 una porzione di parete si è staccata sul secondo tiro di corda. Valutare quindi alla luce di ciò un’eventuale ripetizione..

Dai miei diari..

20.06.2005

Domenica con Sbriz decidiamo di salire la “via Meledis” aperta da Cescutti e Simonetti intorno ai primi anni ’80.

Alle 8.30 partiamo da Tolmezzo, tutto sembra presupporre una bella giornata. Arrivati al Cason di Lanza lasciamo l’auto parcheggiata e ci dirigiamo verso la ferrata N dello Zermula.  In 20 minuti raggiungiamo la base della parete e per macchie di neve ne raggiungiamo le rocce. Dividiamo i pesi e parto per il primo tiro.. Subito sbaglio e arrivo alla prima sosta seguendo un traverso su cui è meglio stendere un “velo pietoso”. Recupero Sbriz e parto per la prima vera lunghezza, salgo bene e a mente libera, supero velocemente il passaggio di IV°+. Qua e là metto qualche chiodo e arrivo, dopo una cengetta piena di sfasciumi, all’unica sosta preparata che troveremo in tutta la parete.

Alla sosta del terzo tiro

Il mio compagno sale veloce e riparte per il 3° tiro. Lo raggiungerò poi su di una terrazza con ancora parecchia neve dell’inverno precedente. Riparto da capocordata affrontando un passaggio abbastanza impegnativo, piccoli appigli e pochi di questi stabili.. Raggiungo una stretta cengia orizzontale che percorro alcuni m sulla sx alla base di un’enorme placconata che riesco poi a salire unicamente sfruttando una fessura obliqua tipo “camino appoggiato” dove un passaggio mi vede impegnato al limite! …nel frattempo comincio a pensare che qualcosa non quadra in questa via.. Recupero Sbriz ed entrambi concordiamo che qualcosa non quadra in questa via.. Le placche sovrastanti sono decisamente troppo difficili e improteggibili perchè il tracciato le salga. Conveniamo su scendere qualche m e andare a vedere oltre uno spuntone a sx. In questo punto le placche si rompono un pò e decidiamo di salire di lì, oramaia vista e senza relazione, però solo dopo aver fatto una pausa merenda.

La stanchezza si fa sentire, abbiamo mezzo litro di acqua a testa e sta finendo.. Non è il massimo considerando il caldo che fa oggi, una di quelle tipiche giornate di fine giugno di calura soffocante. Il sole, dove non protetto dalla parete picchia  forte.. Nei tiri precedenti da capocordata ho fatto una fatica tremenda per “tirar su” la corda che con il grande attrito non voleva saperne proprio di seguirmi.

Ili tracciato della via (tratto dal sito IV° grado)

Riparte Fabio e fra bestemmie varie e colorite scompare dietro alla parete; dopo un’attesa lunghissima mi recupera. Lo zaino pesa e mi impedisce di fare alcuni passaggi che ad occhio mi sembrano ben più difficili di un IV°+. Sbriz è stato bravo, ha chiodato però coreograficamente (non c’è una fessura sana in tutto sto settore di parete) e togliendo un chiodo sento ballare anche il pilastrino di 2m dov’è infisso. Raggiungo l’amico in sosta passando un aereo traverso sopra le placche che in precedenza ci han sbarrato la strada. Cominciamo ad essere veramente stanchi, anche mentalmente, e l’ora comincia a farsi tarda. Finirà ben!

Il nostro "tracciato alternativo"

Riparto nuovamente per un tiro di roccia finalmente sana , terrazzino con detriti  dove appronto una sosta che mi “guarda ridendo”… Riparte ancora Fabio e lo incito con “E CHE SIA L’ULTIMO!”.. anche se alla fine l’ultimo tiro non sarà.. Le braccia mi vanno in crampo continuo ogni volta che cerco di recuperare la corda o estrarre un chiodo e quando vedo che l’avanzata dell’amico è stata di soli 30m  e che resta un altro bel pezzo di parete ancora per la cima ammutolisco. Resto freddo, ne ho ancora un pò.

Riparto da capocordata per l’ennesima lunghezza e finalmente vedo l’erba di vetta anche se per la lunghezza delle corde devo sostare nuovamente. Stavolta pianto ottimi chiodi su uno spuntone esterno della cresta e mi abbandono ad una pausa appoggiando finalmente il sedere su di un terrazzino. Sull’orlo di questo abisso sembro la sfinge d’Egitto. L’importante è che siamo in cresta e con 2 lunghezze di corda “in conserva” siamo finalmente al ghiaione sommitale. Qualche passaggio sporco e finalmente la vetta dopo 6.30h di arrampicata. Di andare alla croce di vetta oggi non ce ne può fregare di meno, pensiamo solo alla bevanda del rifugio..

Discesa sonante pieni di attrezzatura che sbattacchia. 2 coca cola alla casera ci alleviano la sete. Scendendo verso Paularo non resterà di meglio che bucare una ruota, tanto per passare il tempo….

Omarut e Sbriz

Un pensiero su “Via Meledis con varianti (non volute) – M. Zermula

  1. per la cronaca non ho bucato ho letteralmente squarciato la gomma e ho dovuto sostituire tutto il treno davanti…… zornadate!!! in tutti i sensi

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