27-28.07.2013
Come la manna dal cielo arriva la proposta di un w.e. alternativo con la famiglia da passare in rifugio assieme agli amici, sarebbe la prima volta di mio figlio nonchè una delle rare di mia moglie, se convinta.. L’osso duro è lei, ma sventola bandiera bianca dopo le insistenze della sua collega che la esorta all’uscita.


Così dopo il pisolino pomeridiano del pupo, sul far della sera ci troviamo ai piani di Vas per la facile salita che porta al Rif. Chiampizzulon posto a quota 1630m. Fa decisamente caldo e l’idea di scappare di fronte alla calura estiva della bassa quota mi rallegra mentre sono più perplesso/preoccupato per le nuvole temporalesche che a breve distanza non mancano di far sentire i loro cupi boati. E’ la prima volta con mio figlio in montagna e pecco un pò di organizzazione, la pioggia ci troverebbe impreparati… Col pensiero sospingo tutti nell’accelerare il passo ma tutta questa apprensione non servirà a nulla perchè fortunatamente la pioggia resterà lontana. Dade mi stupisce sulle rampe sotto al rifugio che sale quasi tutte da solo, ha solo 2 anni e una grinta da farmi arrossire, se cerco di caricarlo sulla schiena si offende e inizia ad inveire alla sua maniera..
Un’oretta e il rifugio ci accoglie nella calma del tramonto, in una tranquilla atmosfera gioiosa con tanti marmocchi che giocano sulla spianata antistante la costruzione per la felicità di Dade che subito si esalta alla vista di giochini di ogni genere.
La gestione del rifugio è garantita da un team di brave persone con cui la sera scambio 4 chiacchiere… C’è l’uomo tutto fare, la gestrice affabile con vocina, e le disponibili aiutanti, gente molto in gamba che spero sappia rilanciare questi posti. E l’incipit è buono perchè le iniziative previste sono parecchie e la cura che mettono nella pulizia, nella preparazione dei cibi e nell’accoglienza sono esemplari.
La sera arriverà perfino un regalino per i nostri bimbi che sono stati così forti da raggiungere il rifugio..
In camera la notte passerà tranquilla dopo una cena dove a dettar legge è stato il piatto dell’alpinista: salsiccia, formaggio alla piastra e polenta, meglio di così!
Al risveglio la giornata si preannuncia caldissima, perfino quassù si sente già. Paghiamo i nostri debiti e ci avviamo per la seconda parte del percorso, per chiudere l’anello previsto e tornare alla macchina. Saliamo quindi un’ottantina di m di dislivello la bella mulattiera che porta ai pascoli della diruta C.sa Chiampiut e lì ci aspetta un bel sassone attrezzato con vie a spit che io e Angelo vogliamo provare a salire.. Me lo ricordo perchè mesi fa son passato di qua però in rete non esiste la minima relazione al riguardo, solamente per le vie sportive del Pleros qualcosa c’è..

Il sasso sarà alto una decina di metri, 4 catene luccicanti per altrettante vie sportive. Il problema è che di attrezzate ce n’è solo 2, con placchette artigianali.. La scelta quindi ricade immediatamente su quella di dx che sembra la più abbordabile, anche se già so che non avremo vita facile.. Angelo la prova addirittura con gli scarponi! Un duro!.. Ma poi si mette le scarpette. Toccherà terminare a me la via, che risultera un 6b, con qualche presa un pò polverosa e mai netta..

Le famiglie alla base sono occupate in altre distrazioni per cui proviamo anche la via più a sx, questa sembra ancora peggio ed in effetti la partenza avviene lanciando su di una lametta del cavolo! Dura dura, saremo sul 6c, una sudataccia per chiuderla, e la bellezza del gesto atletico oggi non c’è di sicuro! Salgo solo perchè mio figlio mi urla e mi incita.. PAPAAAA e su qualche cm fino alla catena!
Mettiam via i ferri e continuiamo il trekking verso malga Tuglia, sotto le belle pareti del Pleros. Senza fretta, guardandoci in giro, c’è chi finalmente si stanca e si farà una bella dormita sulla mia schiena fino alla macchina!
Buona la prima notte in rifugio!
Omarut, Eli e Dade, Cristina, Angelo e Marco
Mitica la famiglia G. e grandissimo Dade, tutto suo padre 😉
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