Via De Infanti Pachner alla Creta Cacciatori

CRETA CACCIATORI 2390m (circa): Cima facente parte del gruppo dell’Avanza, nota soprattutto agli alpinisti per le numerose vie di salita molto interessanti e ripetute (via Wiegele, De Infanti Pachner, dei Triestini e Carnia Adventure). La cima non è servita da sentieri escursionistici e si prolunga a formare una lunga cresta di roccia piuttosto friabile in vari punti. L’attacco delle vie si raggiunge dal rif. Sorgenti del Piave (strada asfaltata da Cima Sappada) e per sentiero passando per casera Casa Vecchia – campanili delle Genziane verso il passo Cacciatori oppure per il rif. Calvi scollinando al Passo Sesis per deviare a dx verso il passo Cacciatori.

Dai miei diari

Nel luglio del 2007 un’insolita cordata a 3 composta da me, Fabio e Bepi, si trova all’attacco della via tanto attesa per la bella salita pronosticata. Il primo tiro è di Bepi che l’ha già percorsa altre volte e conosce bene il tracciato. Poi viene la volta di Sbriz e di me che chiudo la cordata salendo alle calcagna di Fabio; di fatti rischio un paio di calci in faccia. Di base le cordate a 3 non mi sono mai piaciute, vuoi per la scomodità nell’affrontare i passaggi, vuoi per quel senso di precarietà che ti offre la sola mezza corda alla quale sei legato. Per oggi non c’erano alternative, si va così e basta. La prima sosta è quanto di più scomodo ci sia.. Ho comunque il tempo di guardarmi attorno in questo mare di tranquillità racchiuso a S dai campanili delle genziane, a E dal P.sso delle Genziane e a O dal P.sso Cacciatori; un bellissimo posto. Ho anche tempo di tenere sott’occhio l’evoluzione meteorologica.. In cielo non c’è più l’azzurro, anzi, va velocemente addensandosi una moltitudine di nubi nerastre.. Verso Sappada poi il cielo è già grigio topo con colonne bianche che flagellano al suolo portando la grandine. Fabio è impegnato sulle fessure di IV°+ del tiro successivo e giungono solo parche e sommesse bestemmie. Non serve attendere tanto e il temporale comincia a imperversare.. Urliamo a Fabio di arrivare veloce in sosta e calarsi per procedere alla ritirata.. Fabio ci mette quella che sembra un’eternità ma in realtà è bravo a terminare velocemente la lunghezza.. Comincia a grandinare, per fortuna ho il casco. Le fessure scaricano una gran quantità di acqua mista a qualche sassolino. Attrezzata la prima doppia ci caliamo fino alla prima sosta. Recuperiamo le corde che puntualmente si incastrano.. Piove che Dio la manda, insomma alla fine dei conti riusciamo a recuperarle solo dopo numerosi e forzuti tentativi che lasciano un “bel” ricordo su di una delle due.. Siamo fradici fino alle mutande.. Ci caliamo al ghiaione e rientriamo mestamente al parcheggio.

Il tracciato della via ( tratto dal sito http://www.quartogrado.com)

 Il 1.08.2010 sono di nuovo in cammino dalle sorgenti del Piave verso l’attacco della via. Stavolta siamo in 4, i 3 della volta prima e il Pelle che si aggiunge per l’occasione. Saliamo rapidi parlando con Bepi dei problemi del varicocele, bei discorsi 🙂

All’attacco partono prima Fabio e Bepi, seguiamo io e Pelle.

Il primo tiro ha un passaggino un pò più impegnativo su placchetta, ma nulla di che, procedo spedito. Recupero il Pelle che parte verso la seconda lunghezza spedito, in stile con la tradizione pellegriniana.

Mi becco il 3° tiro, la fessura vertivale di 4°+, ci metto un pò anche perchè sbagliando esco troppo a sx e finisco su di un tratto di buon 5° senza protezioni.. In qualche maniera rientro sul tracciato e raggiungo l’esposta sosta. Il tiro successivo risale una specie di fessurona e deposita su una comoda cengia dove trovo il tempo di fare i miei bisognini liquidi..

Procedo da primo per il 5° tiro che risale una fessura articolata sotto ad una parete strapiombante che chiude in alto la via.. per fortuna sotto quest’ultima si devia a dx e si fa sosta prima di una forcelletta. Per arrivare in sosta, a causa del giro di corda che frizionerebbe troppo, non proteggo la salita per un bel tratto.. E’ facile, ma guai a cadere.

Pelle mi raggionge, a stare storto in sta sosta ho i piedi nelle scarpette devastati. Il compagno parte per l’ultimo tiro che posso solo immaginare.. Infatti poco sopra la sosta c’è un simpatico passaggio in una specie di forcella-buco che ti porta direttamente su di una placca del versante S. Sento il Pelle che dice ” Usti Omarut, qua c’è un bel salto sotto i piedi..” 

Ultima calatina verso la forcella delle Genziane

Arrivato in sosta attendo il comando di partenza che non arriverà mai, comunicazioni interrotte a causa della distanta e delle roccie frapposte.. Parto lo stesso sapendo che il pelle mi avrà messo in modalità recupero già da un bel pezzo. Il passaggio non è difficile e poi esco sulla placca.. Belle maniglie per le mani, guardo in basso per cercare un appiglio per i piedi e mi vedo il ghiaione di partenza fra i lacci delle scarpe! Un bel voletto di 250m.. Un’esposizione veramente incredibile.. Ma il sole del versante ridà coraggio e ragiungo facilmente la sosta dove terminerebbe la via.

Subito dopo l'attacco del 5° tiro

Fabio e Bepi ci stanno aspettando comodamente sulla prima delle 2 calate di rientro. Io e il Pelle affrontiamo quella che denominiamo “cresta del frigorifero” per gli enormi massi in bilico che aspettano solo di essere smossi dai sottoscritti; ci muoviamo come fossimo sulle uova e riusciamo a raggiungere la calata dove le corde di altri colleghi alpinisti ci aspettano. Con 1 calata lunga e una più corta, e qualche passaggetto di 1°-2° in arrampicata, raggiungiamo i prati nei pressi della forcella delle Genziane ove passa il sentiero CAI che riporta al parcheggio. Finalmente fatta! Grazie Pelle 

Nel complesso una bella via raccomandabile su roccia buona. Soste attrezzate e numerosi chiodi lungo il percorso. La discesa avviene da un canale che si incrocia seguendo la cresta dall’ultima sosta, guardare bene nello stesso per trovare i chiodi di calata (numerosi cordini più o meno vecchi presenti).

01/08/2010 Io, Pelle, Fabio e Bepi

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