PICHE DI CUAR (1215m) E DURON (1340m): Verdeggianti e caratteristiche cimotti ben visibili dalla conca Tolmezzina in direzione N-O. Fanno da cappello ai paesini di Cazzaso e Cazzaso nuova, restano impressi negli occhi soprattutto nei tramonti serali quando l’ultimo sole li fa ardere di colori accesi e spesso mi trovo a fantasticare di essere lassù in quei prati, magari accanto ad uno dei tanti alberelli solitari che vegetano alle pendici.
Facilmente raggiungibili dalla località Curiedi di Fusea per strada asfaltata fino alla forcella di Vas (divieti permettendo), in breve a piedi alla cima.
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Dai miei diari..
1/01/2009
Buon anno nuovo!
Stare in casa con giornate del genere non mi va proprio e visto che la moglie studia approfitto del pomeriggio assolato per buttare giù un pò del cenone di capodanno della sera scorsa.. Gli amici son tutti reduci dai festini con condizioni fisiche decisamente poco accostabili allo scialpinismo… Percui parto da solo verso la Piche di Cuar. In macchina agevolmente fino a Sella Duron dove parcheggio e parto sulla strada a mezzacosta dov’è successo negli anni 90 l’incidente a Pietro Palazzolo, padre di una mia amica.

Mi fermo un attimo a ricordare, a cercare nella memoria … Lo conobbi ai tempi delle medie e la disgrazia lo colpì metre cercava di andare a spegnere il fuoco in uno stavolo lì vicino.. Destini della vita, trame già scritte.
La neve è cemento puro all’ombra dei faggi. In breve arrivo alla sella tra Duron e Piche di Cuar, ci sono dei pendii “zebrati” a cui non si può non fare uno scatto..
Da qui attacco diretto il pendio mirando alla cima.
Al sole la neve è trasformata e fa un piacevole tepore, sono l’unica anima nel giro di qualche km. Non so perchè ho la sensazione di essere osservato sia da Buttea che da Tolmezzo, magari si chiedono dove vada quel matto!?
In circa 20 minuti raggiungo la sommità del cimotto, mi godo il panorama e un the tiepido. Nonostante la volontà di andare piano sono tutto sudato (son salito piuttosto veloce).. Tolgo le pelli dagli sci e mi butto in discesa su di un bel firn, disegnando serpentine raggiungo la sella; non ci penso 2 volte e alla faccia degli amici finocchi ripello e torno in cima, ridiscendo nuovamente e risalgo anche la “dorsale” del Duron scendendo successivamente i pendii meridionali arrivando direttamente sul tetto della mia macchina.
Conclusione: ste 2 montagnette sono si e no dei bernoccoli se comparate alle altre cime ma è da quando ero bimbo che ho sempre voluto fare sta traversata senza pretese e oggi finalmentel’ho compiuta. Che il 2009 mi porti tante scoperte e conquiste di posti mai visti!

