Crete di Chiampizzulon

Chiampizzulon e Pleros

Crete di Chiampizzulon 2085m ca:  cima facente parte delle selvagge Pesarine, poco frequentate e le cui cime spesso non sono raggiungibili con sentieri CAI perchè assenti. Il Chiampizzulon è la “prima cima”, prima delle imponenti vette del Pleros, del  Cimon, della Creta della Fuina, etc.. che domina questo settore. La cima è servita sul versante E da una traccia di sentiero segnalata con degli sbiaditi bolli rossi e sicuramente non si rischia di salire “in fila indiana”.

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13.11.2011

Oramai è difficile per me trovare una meta in Carnia che io già non conosca, passo quindi circa un’oretta sabato sera a cercare idee buone per l’indomani.. L’ultima riserva di idee la trovo in un libro comprato da parecchio, un libro non famoso ma che rivela interessanti spunti all’interno in quanto riporta tutte le salite “normali” (fino al 3° grado) delle cime carniche.. Sfogliando mi soffermo sul primo settore delle Alpi pesarine, quelle sopra al rif. Chiampizzuln per intenderci.. La meta è scelta in breve, salirò o le crete di Chiampizzulon o il Pleros.

L’indomani con il fido Max di buon’ora percorriamo la statale verso Rigolato e poi, attraverso il paesetto di Ludaria, raggiungiamo il parcheggio presso i Piani di Vas a quota 1250m. Da qui parte la sterrata che conduce al M.Talm e al Rif. Chiampizzulon. La seguiamo per un tratto attraversando prati imbiancati dalla brina del mattino e sulla dx notiamo la fonte che ha dato spunto alla canzone “l’ago frescjo di Ludario” 🙂

Piani di Vas
Fonte famosa..

Sui piani di Vas resta, in ottimo stato, un casone di legno identificato sulle mappe come “rif. Gallo cedrone” o qualcosa del genere.. Mi ricordo che i miei genitori da giovani da Muina venivano in lambretta a ballare fin quassu, e che era una delle balere più apprezzate! Altri tempi, ora in giro solo cacciatori, che se ne fregano dei cartelli di divieto, e qualche escursionista..

In corrispondenza di una larga curva del tracciato prendiamo a dx la via della ex casera Campiut. Splendidi gli scorci nel bosco sul gruppo del Coglians. Ad un primo tratto agevole, segue una perdita di quota nel bosco e in corrispondenza di un casone rimesso a nuovo la pista forestale si trasforma in sentiero e la pendenza aumenta decisamente. Si guadagnano così subito 200m di quota e a 1600m si sbuca in un pianoro erboso con vista sul vicino Tuglia e le pareti N del Cimone. Radi larici donano al luogo un fascino misterioso che mi colpisce, il silenzio regna nei pressi del rudere della casera Campiut alta.

Il pianoro verso il Tuglia

A questo punto i ricordi della guida letta la sera prima a ora tarda nella mia mente un pò si confondono… Canali, ghiaioni, tracce… Insomma, con il mio compagno di ventura decidiamo di salire quello che sembra la via più evidente verso un’ipotetica cima anche se per niente agevole in attesa di trovare dei bolli che confermino la bontà delle nostre scelte. Ci addentriamo quindi in un canalone molto incassato dove non troviamo la minima traccia di passaggio ma saliamo velocemente comunque..Da qualche parte si arriverà!

Il nostro canalone

Le pareti incombono sopra di noi, spero di non beccarmi un sasso in testa! Le difficoltà crescono, non per le pendenze ma per il fondo che comincia ad essere ghiacciato, le pietre dei ghiaioni sono incollate tra di loro e sopra all’erba c’è parecchia brina.. Le  racchette aiutano parecchio. A metà canalone un enorme masso sembra sbarrare la prosecuzione ma troviamo un passaggio; qualche anima prima di noi, chissà quando, ha costruito una specie di scaletta ammassando dei sassi per guadagnare delle maniglie sul sassone.. Con passaggio di arrampicata oltrepassiamo lo sbarramento naturale e possiamo continuare nei nostri intenti.

Max nel passaggio del sassone

Il canale va stringendosi pian pianino, in alto si intravede il sole nella forcella ma ci andrà ancora mezz’ora per raggiungerla. Sulla dx man mano si apre una bella parete bucherellata dall’erosione, sulla sx si sta già formando una futura cascata di ghiaccio.. Posti ameni ma magici. Con sempre più cautela procediamo verso l’uscita, l’aderenza è sempre più precaria e uscire al sole mi fa tirare un sospiro di sollievo.. che subito dopo mi ritorna in gola non trovando, come pensavo, un sentiero.. Siamo alla forcella Chiampizzulon a quota 1992m.

Ci prendiamo un attimo di pausa al sole, si sta parecchio bene in questa terrazzina d’erba secca.. Davanti a noi la valle Pesarina, tra noi e la valle un salto vertiginoso di erbe ripidissime. A dx la cresta prosegue schiantandosi sulle pendici meridionali del M. Pleros, che da qua sembra un pò il Montasio in miniatura.

Pleros o Montasio!!??

Rinfocillati abbiamo il tempo di riscontrare che un camoscio ci sta guardando dall’alto con fare curioso e la testa inclinata.. ? “Ma dove vanno sti due?”.. E guardando il camoscio vediamo anche quella che sarà la cima di oggi, che credo però non sia la vera e propria cima del Chiampizzulon, ma cmq una croce sopra c’è!! Tra noi e quest’ultima un traverso ripido sopra al canale che abbiamo appena salito.. Decidiamo di dare un occhio e per fortuna il traverso è più facile del previsto. Nei pressi della croce troviamo i primi bollirossi e dei picchetti segnavia.. C’è più neve ma il versante è un pò meno ripido. Iniziamo una cauta discesa, la neve è già ben incollata alle erbe filacciose e si procede meglio.. In qualche punto le mani a terra salvano la situazione. Guadagnamo una traccia migliore, la neve man mano scompare (anche se resta il terreno molto duro) e miriamo al sentiero CAI che si fa sempre più vicino.. Lo raggiungiamo tagliando per ghiaie e bassi pini mughi. In breve siamo al Rif. Chiampizzulon, al sole e studiamo la nostra gitarella..

Oramai quasi al sentieroIl Coglians dal Rif. Chiampizzulon

Il Rif. Chiampizzulon dall'alto

Il rif. Chiampizzulon guarda il Coglians

Dal rif. seguendo la strada di servizio allo stesso in mezz’ora si rientra al parcheggio dove abbiamo lasciato il Ranch ad attenderci.

nel complesso una bella gita che ha soddisfatto le mie ricerche di posti nuovi, selvaggi, fuori dalle solite mete.. Peccato aver lasciato il caschetto a casa.. Mi son sentito un pò un esploratore alpinista dell’800, stile Kugy ma meno agguerrito 🙂

Forse è più alpinistico che escursionistico come percorso, sicuramente nelle condizioni odierne del fondo!

Grazie Max

Un pensiero su “Crete di Chiampizzulon

  1. complimenti cusin, per la puntuale descrizione e per l’itinerario prescelto.
    Anche a me manca questa cima e mi hai proprio fatto voglia di esplorarla.

    Ciao

    DAVID

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