24.05.2012
Quest’anno la classica notturna alla “montagna madre” dei Tolmezzini è stato un successo, un succoso mix di emozioni, belle amicizie e atmosfere uniche godute dalla cima della mia montagna.
L’appuntamento è a Tolmezzo, mestosamente scelto dal sottoscritto nel parcheggio fronte cimitero.. Arrivo a Lisagno (dove parte il sentiero 414 per la cima dell’Amariana) con una buona mezz’ora di ritardo e le facce contrariate dei presenti che ci attendono da un pò… Faccio veloce e stivo nello zaino, oltre a una giacchetta di ricambio, un buon lt di vino in bottiglia e parecchia legna da ardere per il doveroso fuoco della cima.
Fortuna vuole che dopo me e Claudio, arrivino nel seguito il buon Piut e la sua camicia di cotone, Psycho, Jeppe e via dicendo.. Ma siamo già in salita, una salita sudata per l’afa serale e non certo per il ritmo che il Pelle in testa tiene tranquillo.. Nonostante tutto, lungo i noiosi tornanti a zig zag della prima parte di sentiero c’è chi si stacca dalla comitiva, forse per ammirare le luci del giorno che se ne vanno a Ovest, forse perchè nello zaino ha un apribottiglie a forma di batman che da solo pesa un buon kg..

Salendo gli scorci sono notevoli e anche se conosciuti lasciano sempre incantati; un vecchio carpino bruciato in tempi passati fa da cornice al lago di Cavazzo.

Fortunatamente la natura si sta riprendendo i suoi spazi e gli abiti bruciati stanno lasciando il posto a un bel rimboschimento rigoglioso, a volte anche troppo sul sentiero..L’amico Francesco non si zittisce nemmeno alle rampe dell’albero solo, ultimo baluardo boschivo dov’è obbligatoria la sosta, e ci allieta con i suoi aneddoti di vita vissuta..Più in alto, dopo i faticosi ghiaioncini, raggiungiamo l’attacco della parte più divertente della salita, i canali attrezzati che conducono alla forcella a Est della cima. Il ritmo va diminuendo per non perdere pezzi di comitiva per strada.. Fretta proprio non ne abbiamo percui problemi non sussistono..Quando sbuchiamo in forcella ci allieta un “simpatico” venticello gelido.. Preferisco aumentare il ritmo e tirare dritto verso la cima, visto che in maniche corte rischio un mezzo assideramento.. Le legna che porto sulla schiena sono felici di aver raggiunto la cima!
La Madonnina ci accoglie con il cielo che è tornato limpido lasciato dai nuvoloni neri che prima ci vivacchiavano.. Cambio veloce per non prendere freddo e subito siamo alla ricerca della posizione ottimale per accendere il nostro fuocherello. Sotto alla cima, verso Amaro, dopo poco le legna scoppiettano allegre regalando calore a chi, come delle lucertole al sole, non molla il caldo elemento per scaldare le membra.. Altri, come me, scaldano le membra con l’elemento liquido derivante dall’uva.

Emozioni volano in cielo accompagnando i fuochi d’artificio che il buon Jeppe s’è portato in cima per l’occasione, poi Wurstel al pino mugo, salsicce magistralmente preparate da Romanello, birre e quant’altro fan passare un bel paio d’ore a quei 12 sulla cima.
Attimi di solitudine mi regalano ricordi di Andrea, immancabili e sempre presenti.
Certi di aver spento per bene il fuoco cominciamo il rientro, molto allegro per il sottoscritto.. Non resta, alle 2.30 di notte, che far visita al mio “Compari” che felice smonta dal letto per offrirci l’ultima grappa e stare a sentire interessantissimi discorsi di mezzi alpinisti ubriaconi!
Al prossimo anno!
Il video : http://www.youtube.com/watch?v=kN5JxJZa2SM
simpatico. Comunque ho avuto 4 ore di “Cjar crete”. Ma tanta soddisfazione per la salita e per la compagnia. Claudio
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