“Dirodero” alle placche della Val di Collina

Sulla prima lunghezza (6a)

Le placche della Val di Collina offrono numerosi itinerari tendenzialmente di medio/bassa difficoltà a chi ama la roccia calcarea tipica di questa zona delle Alpi Carniche. In particolare la parete “principale”, la prima stata percorsa nei decenni scorsi, ha visto De Infanti sopratutto e a seguire altri personaggi nostrani tracciare quelle che sarebbero diventate delle linee classiche per chi, come me, non cerca “rogne”. L’ultima delle vie sportive a più tiri è stata realizzata nel 2011 e in pratica esclude la possibilità di nuove ulteriori tracciature… Che poi si può far tutto ma già attualmente la parte alta delle placche è un viperario di spit di fattezze differenti tra cui destreggiarsi per seguire la linea prescelta non sempre risulta cos’ facile. Sulla parete bassa di destra invece si stanno realizzando decine di tiri sportivi di difficoltà molto più elevata.
Tornando alla “Dirodero”, aperta dalla guida A. De Rovere e da A. Di Ronco (attuale mio capo stazione nel soccorso alpino) è forse la più semplice da seguire in quanto sviluppata all’estrema destra della struttura rocciosa. Alcuni verdi sui tiri bassi la dividono dalla “Dorigo” mentre in alto si avvicina molto alla “Crack dal Tot” di cui sfrutta l’ultima sosta per la calata.

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Afa e apatia davanti al PC in questo caldissimo giorno di giugno. Mi organizzo per climatizzarmi un pò in quota andando a provare la Dirodero, sono curioso da qualche mese e finalmente nel buon Cac trovo il giusto compagno per la salita.

Mangio rapido, zaino preparato in 2 minuti e con il ranch prendiamo per il passo di M.Croce, poi per la strada sterrata che porta in qualche km alla malga Val di Collina Bassa, tendenzialmente sempre più decrepita. Salendo noto che la strada in qualche punto non è così ben messa ma col mio mezzo non ho problemi a raggiungere il parcheggetto alpestre. Prendiamo dal bagagliaio i nostri 4 ferri e seguiamo il sentiero che porta alla base dell’evidente struttura rocciosa.. Non ho relazioni, non so bene dove sia, ho solo in testa una foto virtuale vista sul blog di Calcarea.. Cac è preoccupato, qualcosa si farà! Una trentina di m a destra della classica partenza delle altre vie si notano 2 cordoni, punto di attacco della Dirodero. Il primo tiro può essere un 6c (tiro di sx) o un 6a (tiro di dx) in base alle capacità dei pretendenti. Ovviamente opto per quello di dx. Bel tiro di 6a verticale che dà la sveglia ai miei bicipiti e avanbracci assopiti… Spittatura ottima anche se a volte per moschettonare tocca fare equilibrismi.. Il primo è andato, sosta all’uscita del verticale su 2 spit con cordone scolorito, saranno 25m.

Cac sale veloce, nuvoloni sopra noi.

Parte del secondo tiro, Cac in sosta

Parto per la seconda lunghezza, che dovrebbe essere un 5c, su belle placche di aderenza. Uno spit lungo viene psicologicamente accorciato con un cordino sullo spuntone di destra, sembra fatto apposta per ciò!

Guadagnata la spaccatura sovrastante entro in una specie di camino fessura e nel fondo ci metto un frend, il terreno è facile ma la spittatura un attimino allegra. Poi che cavolo porto in giro la ferraglia se non la uso? Uscendo dall’incavo sulla sx, su di un tappeto di enormi formiche rosse alpestri, raggiungo la comoda sosta realizzata su un bel terrazzino.. Spero solo che le formiche non si accorgano di me sennò son dolori! 32m circa.

Il cac sale veloce come sempre. Il 3° tiro a occhio non presenta problemi. Manovre di corda sono provate dall’amico, alla fine riparto io.

Dalla sosta le scarse attrezzature guidano verso dx seguendo dapprima una bella fessura in stile Yosemite, poi un passaggino di placca e quindi alla successiva sosta, 15-20m, 5a.

Non resta che l’ultima lunghezza, le attrezzature arrugginite della vicina “Crack dal Tot” ci salutano e mi ricordano una bella giornata passata con Bepi su quella via con correlati aneddoti divertenti.

La partenza del tiro può essere diretta per piccole crosticine di aderenza (5c) o facilitata spostandosi a dx (5b?).. Comunque sia gli spit ci sono. Ormai caldo e da tifoso indomito delle placche prendo la via diretta  e passo piuttosto agevolmente, poi non resta che raggiungere la sosta finale attraverso un campo solcato meraviglioso. Moschettone e mi faccio calare dall’amico, evitiamo una calata in doppia.. Le nuvole son sempre più nere, ogni volta su questa parete mi prendo una lavata, spero che salga veloce!

Sempre rapido l’amico, in pochi minuti è già vicino a me, prepariamo frettolosamente la sequenza di doppie che ci riporterà – asciutti – all’attacco.

Note tecniche:

Difficoltà: 6c max – 6a obbligatorio

Materiale: via interamente spittata ma per chi non è abituato alle vecchie attrezzature della zona consiglio un paio di fettucce, 2 frend medio piccoli per integrare. Le soste hanno tutte il moschettone di calata, specialmente quella della seconda doppia dove ORA giace una mia maglia (ma chi è che frega sempre tutto in montagna!!?!?!?) Usare corda da 70m!

Orari: in 1.30-2 h la si porta a casa

Considerazioni: sarà che è nuova ma la ritengo la più interesante della parete, la vicina Dorigo che ha un passaggio di 6a mi ha entusiasmato di meno. In pratica è una vietta carina, quando si ha poco tempo e magari nelle mezze stagioni.

Omarut e Cac, 20.06.2012

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