M. Palavierte – Fuga dal temporale

M. Palavierte 1785m: cima appartata e semisconosciuta che domina dall’alto i prati della loc. Pra di Lunge. Fa parte di quella complessa e variegata catena che collega il versante N del M. Amariana con il suo “bosc grant” (bosco grande) al M. Sernio assieme a Cuel Mauron e Creta di Palasecca. La cima è sicuramente poco frequentata così come il vicino Cuel Mauron, sarà per l’assenz adi rifugi, per la quota ancora modesta o chissà perchè.. Merita una visita se siete stanchi di vedere bipedi e avete volglia di godervi un insolito punto di vista panoramico sulle cime di questa porzione di Carnia.

La partenza del sent. CAI 412 per la cima si raggiunge in auto passando dalla frazione di Illegio di Tolmezzo e guidando verso la località di Pra di Lunge 920m slm (a Illegio tenere sempre la dx sulla strada principale). Nel giro di qualche km e 20 min di auto su strada asfaltata si raggiungono i prati della Sella di Lunge, in fondo, prima della sterrata, sulla dx le indicazioni.

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11.07.2012

Il Palavierte sulla dx da Lunge

Credo che questo periodo di “crisi globale” infuisca anche molto sulla mia voglia di fare lavorativa e, a dire il vero, di lavoro non è che mi stia ammazzando ultimamante. Son convinto che fra qualche anno di sicuro non mi ricorderò delle numerose giornate passate seduto alla scrivania del mio studio, ricorderò sicuramente queste “fughe” da selvatico che mi piace a volte fare. Sono un libero professionista, ma preferisco di gran lunga l’aggettivo libero al sostantivo professionista. Alle 15 chiudo il PC e in fretta e furia passo a casa a prendere una bottiglia d’acqua e le scarpe leggere. So già dove andare, a chiudere il conto in sospeso con il Palavierte, lasciato aperto da quella volta con Sbriz a poche centinaia di m dalla cima a causa di un imminente temporale. Anche oggi il meteo comincia ad essere ballerino in alto, da Tolmezzo si vedono nuvoloni addensarsi in maniera discontinua sulla maggioranza di cime carniche; la zona del Sernio, per ora, pare salvarsi.

Risalgo in auto la strada di Lunge, messa sempre peggio. E’ piena di buchi e rattoppi fatti male, immagino che fra pochi anni non sarà più percorribile con una normale autovettura. In fondo a Lunge parcheggio in vista del segnavia CAI 412 – mi cambio rapido e bastoncini alla mano mi avvio in un rado bosco di faggio ben tenuto. La prima parte di questa ascesa si compie seguendo una strada sterrata di vecchia costruzione per alzarsi qualche tornante ed arrivare in uno spiazzetto boscoso da cui parte il sentiero vero e proprio. Il percorso è ricavato a mezza costa ed alterna brevi tratti ripidi ad un costante aggiramento del versante verso lo spallone S-E della dorsale che conduce alla cima. Vado di fretta anche se in verità mi trovo a correre poche volte. Guardandomi in giro non scorgo essere vivente a parte i grossi faggi del bosco. Sono tantissimi, e ognuno ha il suo spazio vegetativo ben distante dal vicino.. Ah, che bello sarebbe scendere con gli sci con un metro di neve farinosa schivandoli uno ad uno.. Ma se ci fosse 1 m di farina non si arriverebbe in auto in Lunge percui troppo lontano.. No no, lasciam perdere sti pensieri invernali!

Il lungo e costante traverso cambia faccia arrivati sul filo del versante, sempre nel bosco, dove “sorge”, o meglio forse dire “resiste in malo modo” un bivacco di fortuna edificato chissà quando e chissà da chi, chissà poi per quale motivo. Qua, in mezzo al bosco.. Mah! Dò un’occhiata più da vicino e capisco che il manufatto è dedicato dai suoi amici al defunto Tassotti Giovanni. Guardando in giro sono reperibili suppellettili casalinghe alla rinfusa, ormai parzialmente seppellite dalle ramaglie e dai fogliami. Lo scheletro di una brandina militare giace sotto alla struttura della capanna, in completo decadimento. Solo la targa li vicino ha ancora un pò di freschezza dei tempi andati. Immagino siano stati cacciatori – al diavolo loro, il loro bivacco e la loro targa e pace al defunto.

Hotel Palavierte

  

Ora finalmente la monotonia del primo tratto  di ascesa viene dimenticata salendo il nuovo versante.. Si passano strani luoghi con enormi massi piantati nel terreno, accatastati ed addossati tra loro a formare nicchie e oscure caverne. Della più grande non si intuisce il fondo, ci vorrebbe la corda e le tecniche di speleologia..

Oscure fenditure

Poi si sale nuovamente e poco dopo il fitto bosco comincia ad aprirsi lasciando intravvedere il versante O della muraglia culminante nel Cuel Mauron. Che asprezza, cercavo una linea di salita per andarci ad arrampicare ma questi non sono versanti da uomini, sono rocce per camosci e rapaci, altro che alpinisti. La sensazione di repulsione è accentuata dalla presenza in zona degli scheletri di numerosi pini bruciati chissà quando che rendono il cromatismo della parete particolarmente “smorto”. La situazione è talmente estesa che perfino dal fondovalle del But si vede chiaramente una parte molto più chiara delle circostanti pareti, ed ora che sono di fronte ne capisco anche le cause.     

Il sentiero comincia a salire deciso e risale velocemente con pendenza crescente un nuovo bosco di faggio. Poi la quota cresce e il faggio lascia spazio al larice, al pino mugo e al Sorbo.. Ormai il sentiero si è rimpicciolito ed è diventato quello che definisco un sentiero da capre.

Sopra di me, già da un pezzo, i brontolii degli aerei militari si mischiano ai borbottii dei vicini temporali, molto vicini. Ripenso che sono da solo in mezzo al nulla, il cellulare non prende e la cima è come un parafulmine naturale.. Aumento il passo anche se sono già verso il mio limite massimo.. Il sentiero non molla un attimo, si sale per scalini di terra e radici di mughi frammisti a fastidiosa erba.. Devo fermarmi a bere qualcosa perchè mi sto disidratando. Si leva un vento fresco, e so già che è quello che precede il temporale. Gli uccelli gridano impazziti e se ne vanno altrove – beati loro e le loro ali – mentre io cocciuto ed impaurito sono sempre più sottosforzo ed alto verso la cima.

L’ultimo tratto ripido verso la cima

Mi si para davanti un cartello, c’è un bivio. Da qui si può salire al vicino Cuel Mauron per tracce di sentiero segnalate con vernice rossa, svolto a sx e continuo nei miei intenti. Dalla forcella di dx salgono fitte nebbie bianhe.. Porco cane, non mollo! Lascio perfino i bastoncini per strada, si sa mai che facciano da parafulmine! salgo veloce con il cuore in gola, l’altimetro dice che mancano meno di 80m.. In breve arrivo in cima senza nemmeno rendermene conto! Cacchio che fatica – guardo l’orologio, ci ho messo 1.05h quando la tabella CAI dice 2.45h.

Non male.

Verso il Tersadia imperversa un temporalone micidiale, e forse anche la grandine! Cazzo, devo scappare e farmi beccare nel caso già nel bosco di faggio, li non mi potrà succedere nulla! 2 foto veloci della cima, obbligo di scrittura del libro di vetta e son già che corro verso il basso in fuga dall’imminente pandemonio..

In cima, distrutto
Verso N il temporalaccio

Scendo rapidissimo tanto che a distanza di 1.50h sono già nella mia macchina a Lunge. Incredibilmente sotto un leggero sole, il temporale ha deviato e imperversa verso il Duron.

Meglio così!

Tersadia e Cucco dai prati di Lunge

Nota di colore.. Scendendo la strada incontro un porche parcheggiato a lato carreggiata targato Belgio… Mi chiedo cosa ci faccia qui visto che ci son parecchi guadi non certo per una porche, poco oltre la sovrastante cascatella è usata da una ragazza completamente nuda per assaporare la libertà e la frescezza delle acque carniche – alla mia vista si getta a coprirsi, da gentiluomo non faccio il guardone, guai se in macchina con me c’erano certi amici miei che di solito mi accompagnano 🙂

Omarut

3 pensieri su “M. Palavierte – Fuga dal temporale

  1. In questo w-end piovoso, sono incappata di nuovo nel tuo blog alla ricerca di cime che ho in lista…tra cui questa e la sua vicina.
    Omar…la foto di vetta dice tutto! Mi sa che a questo monte mica stai molto simpatico…proprio non ti vuole tra i piedi! 😀
    Non è che la tipa nuda e la porche erano solo miraggi dopo la sfacchinata? 😉

    Ps. Luca mi ha detto che siete stati a bere un caffè assieme, ricambio il saluto!
    Ciao

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    1. AHAhaah… è la vecchiaia che avanza, dovrei calare i ritmi, ma quando sono solo mi “tiro il collo” più che quando vado con i miei amici agonisti.. Cmq la tipa nuda c’era… O almeno credo 🙂

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