M. Zermula 2143m : bella cima molto frequantata per il comodo accesso dal vicino Cason di Lanza servito da strada asfaltata. La quota di partenza del parcheggio a 1560m rende di fatto l’ascensione allo Zermula una gratificante e non troppo faticosa salita anche per chi magari non è proprio allenatissimo.. L’ascesa allo Zermula può avvenire per il sentiero normale escursionistico CAI 441-442 attraverso la sella di Lanza e i versanti meridionali dello Zermula, oppure salendo la bella ferrata “amici della Montagna” che si sviluppa sulla parete N del monte. Vi è poi un’accesso più lungo ma comunque molto meritevole attraverso la mulattiera di guerra che sale la vicina Cul di Crete concludendo l’ascensione sulla cima dello Zermula; in merito a tale salita di rimanda al post sul Cul di Creta – sezione Camminando.
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14.08.2012
Mattinata di ferie, riesco a liberarmi dai vari impegni domestici e accompagno Ale a fare la ferrata N dello Zermula che già ho salito molte volte negli anni scorsi. La ritengo comunque sempre meritevole di una visita, sarà che i posti sono tra i più belli delle Alpi Carniche, sarà che la ferrata non è molto impegnativa e poco esposta, insomma quel che basta per rilassarsi a puntino.
Alle 9 siamo al Cason di Lanza, poca gente in giro, strano per essere a ferragosto ma meglio così.
Dirigiamo verso la vecchia casermetta della finanza e poco prima sulla dx iniziamo a salire per prati e sterco di mucca in direzione del vicino bosco di larici, guidati da visibili bolli rosso/gialli che ci accompagneranno fino all’uscita della ferrata.
Il terreno è ancora bagnato, il sole non ha asciugato la pioggia caduta con il temporale di ieri.. Sempre belli gli scorci sulla vicina catena di confine.

Attraversiamo radure di larici e grossi massi calcarei binchi, più o meno bucherellati dall’erosione.. Dopo un primo tratto di salita segue una serie di saliscendi dove il sentiero si snoda fra inghiottitoi carsici, siamo sotto le pareti Est dell’avancorpo alla cima, miriamo ormai fuori dalla vegetazione verso il catino che contiene le ghiaie della parete N.


Ora il sentiero traversa costante verso O mirando alla parete sotto la verticale della cima. Le ghiaie un pò mobili affaticano la salita alla pari del mio amico che si lamenta del numero di foto che scatto.. Ma andiamo avanti e nei pressi dell’attacco raggiungiamo una coppia di giovincelli partiti dalla macchina molto prima di noi. L’occhio attento passa all’esame abbigliamento e movenze nell’indossare imbrago e ferri.. Casco tirato a lucido, abbigliamento tecnico con la piega (ovviamente di marca), kit ferrata inopinabilmente fresco di fabbrica… Ho capito, chiedo gentilmente se possiamo precederli nella salita per evitare rallentamenti mostruosi e, dopo esserci imbragatti, poco sopra cominciamo la salita della ferrata in corrispondenza della targa infissa nella roccia.

Che poi parlando di abbigliamento e materiale io dovrei solo stare zitto e fare un esame di coscienza: sono vestito in maniera inguardabile, all’imbrago due fettucce alla buona con moschettoni Cassin anni 70, altro che dissipatori e cose varie…
Comunque saliamo la bella ferrata N. Il percorso alterna rampe di bella roccia a canali e cenge, non è mai esposta sviluppandosi su una parete mediamente appoggiata (qualcuno è sceso nei pressi anche con gli sci d’inverno). Il percorso tende costantemente verso E, in tale maniera è abbastanza improbabile prendersi sassi in testa da gente che precede. Le attrezzature sono in ottime condizioni, probabilmente da poco risistemate.. I vecchi ancoraggi ancora vivacchiano, testimoni dei tempi andati dove la sicurezza richiesta agli infissi non era certo l’odierna..
La ferrata termna sulla cresta nei pressi di alcune postazioni di guerra. Poco oltre passa il comodo sentiero che guida in breve alla fiorita cima dov’è posta la croce di vetta. Lasciamo alle spalle la nebbia sopraggiunta in parete e nel sole ci concediamo un veloce ristoro, gran bel panorama!

Per il rientro suggerisco all’amico di seguire la cresta percorrendo il sentiero delle trincee, molto più remunerativo della normale Sud e dei suoi tornanti monotoni.. Ritorniamo quindi nei pressi dell’uscita della ferrata e proseguiamo oltre fra opere belliche di ogni genere. Il sentiero, sempre escurionistico, traversa in quota tutto l’avancorpo E e si riallaccia alla normale nei pressi della verde cresta di Lanza.

Fra turisti estasiati per il bellissimo ambiente, passiamo sotto il Cuc de la guardia (dove corre l’omonima ferrata degli alpini – vedi sezione alpinismo) e rientriamo in breve al parcheggio soddisfatti del bel giro.
Info utili:
Tempi: dal Cason di Lanza in 1 ora all’attacco della ferrata, e un’altra ora per uscire in cresta. Da qui in 10 min alla cima (tempi molto tranquilli). Per la discesa un’altra oretta.
Difficoltà: ferrata di II-II+, il resto escursionistico.
Consigliabile accoppiare la salita della Ferrata N con quella vicina del Cuc della Guardia.
Omarut e Ale
Vantarsi di avere attrezzatura non adeguata mi sembra molto puerile. SAFTEY FIRST
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Hai travisato. Più che vantarmi la mia era un’auto critica! Ciao Laura
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