07.12.2012
Che ci faccio qui, con il naso nuovamente ghiacciato dopo tempo immemore, me lo ricorderò a breve, quando raggiungeremo la forcella lassù in alto. Come sempre la zona di casera Razzo non tradisce e come sempre la prima uscita stagionale con gli sci ai piedi la faccio quassù.

Quassu l’inverno è sempre vero inverno, con tanta neve, quasi sempre farinosa da tracciare con eleganti serpentine in discese più o meno impegnative. Oggi siamo in 3, abbiamo lasciato gli impegni di lavoro nel fondovalle e la scelta non è mai stata tanto azzeccata. Mi ci vuole un pò a riprendere confidenza con quelle 2 prolunghe dei miei arti che ho ai piedi.
I miei Volk nero corvino piangevano in cantina con le lamine arrugginite, usati pochissimo la scorsa stagione, sperano in altre prospettive per quella che con oggi comincia, nel migliore dei modi.
Il ritmo che il nuovo amico di Trieste, non più virtuale, impone dà tempo di guardarsi in giro, in questo splendido altopiano contornato da cime troneggianti come la cupola del Brentoni, le grigie e fredde pareti del Tiarfin e del Tudiaio, e le rossastre dolomiti più ad Ovest.
Saliamo accanto alle punte di alcuni piccoli larici storti, saliamo zigzagando su tracce ben delineate nella neve. In alto qualche lastra da vento, alziamo la testa verso la meta che adesso ci guarda dall’alto. Stringe in canale, stretto e ripido, sono esaltato! Guadagnamo gli utlimi metri, senza rampanti la parte sx del canale non si sale, a dx c’è un filone di farina.. Testardo tolgo gli sci e continuo con le tavole in mano, sprofondo fino alle ginocchia ma guadagno ancora qualche metro. Lo stretto canale mi dà confidenza, ancora un pezzo e poi non si avanza più. Gli amici si fermano poco prima.
Ricavo uno spazio per innestare gli attacchi agli scarponi, e comincio a saltare. E con me salta di gioia tutto il mio essere, finalmente si scia, finalmente cavalco questo freddo elemento bianco che ormai è diventato parte del mio essere alpinista. Oramai da qualche anno scio molto meglio di come arrampico, la cosa non mi dispiace troppo considerando che in Carnia l’inverno sciabile dura 8 mesi.
Gli amici un pò meno esaltati scendono più cauti e poi si lasciano andare. Saremo sui 40° di pendenza, ma che bello!
Scendiamo divertendoci come matti tanto che al pianoro verso la macchina decidiamo di ripellare e risalire, stavolta alla croce sopra le piste da sci.

Attraversiamo radure dove il vento non ha soffiato e dove gli sci sprofondano in una soffice coltre. Poi il ritmo aumenta, forse dettato dal freddo, saranno 12-13° sotto lo zero. In alto ci si mette anche il vento a raffreddare gli animi. Ma il mio animo è troppo caldo, un minuto e sono già che salto sul bel pendio del versante N, nuovamente su pulver schnee (come dicono i tedeschi) con una visibilità migliorata dalla discesa precedente. In basso si vedono i nuvoloni carichi di neve preannunciati dalle previsioni meteo.. Ma che ne venga un metro che così vado a fare la spesa con gli sci d’alpinismo!
Il video: http://www.youtube.com/watch?v=GqsGfFMB8Ws&feature=plcp
Omarut, Mass e Ale
Info utili: Il comprensorio del Tudaio di Razzo è un piccolo parco giochi per lo scialpinismo per chi si accontenta di salite di basso/medio dislivello. Dalla strada della Sella Ciampigotto e il Rif. fabbro si parte sci ai piedi verso le mete che sono già visibili. Tra le più rinomate la forcella S del monte Tiarfin (BS) e le 2 forcelle principali, di cui non conosco se c’è il nome, sul versante N del Tudaio. La macchina si lascia più o meno a quota 1750m, le forcelle tutte attorno ai 2200m.
Complimenti per il Bellissimo Blog
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Complimenti per il tuo Bellissimo Blog.Buona Montagna e Felice Vita da Dorino.Mandi
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Grazie Dorino, ma allora sto progetto “altro alto” ( o qualcosa del genere) procede?? 🙂
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