Sentiero di Martin al M. Amarianute

M. Amarianutte 1000m ca: è l’avancorpo O dell’Amariana ma ha una propria dignità di monte in quanto separata da quest’ultima da una sella. Il sentiero che lo sale, riportato in auge solo ultimamente dal lavoro di alcuni giovani tolmezzini, offre un punto panoramico di tutto rispetto sulla bassa Carnia e la valle del Tagliamento.

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03.01.2012

Inauguro l’anno nuovo con questa camminata interessata ed interessante in queste giornate dal tepore quasi primaverile e che ben poco sanno d’inverno. Scartata l’ipotesi dell’arrampicata pomeridiana miro verso il “troi di Martin” (sentiero di Martino), percorso di cui ultimamente si parla molto negli ambienti per il lavori di restauro fatto da alcuni giovani miei compaesani.

Parcheggio in loc. Pissebus a quota 300 e mi inoltro in salita verso la meta di oggi. Non ho ben presente il percorso ma da fonti multimediali ho appreso che dovrebbe essere perfettamente segnalato. In breve si entra in quello strano ambiente che sono i rivoli bianchi dell’Amariana, biotopo di interesse comunitario se non erro, offre scorci molto particolari su questo angolo di Carnia. I pini qua sembrano dei bonsai, avranno decine di anni ma le ghiaie del conoide detritico fra i più grandi d’Europa non credo offrano un gran chè di nutrimento.. A destra seguo su strada bianca quella che sembra la via più battuta ed avrò ragione perchè poco più in alto, nei pressi di un vecchio poligono militare, giace il cartello che segnala l’inizio del sentiero vero e proprio.

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Curioso comincio l’ascesa che risulta sempre ben segnalata da bolli rossi e frequenti ometti di pietra. Il lavoro di riattamento del vecchio sentiero è stato veramente enorme e svolto da questi ragazzi che nel giro di qualche mese hanno risistemato quanto fatto da alcuni soci del CAI prima dell’incendio devastatore di alcuni anni fa. Il lavoro è visibile così come l’impegno profuso.. Talmente alto che in un tornante fanno mostra di se i resti del primo manico di piccone distrutto a forza di battere per sistemare il sentiero. Una bella panchina, prima dell’attraversamento di un rio in secca, offre un attimo di riposo per chi lo voglia.. I rumori della città son già lontani e arrivano soffusi senza dar troppo disturbo.

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Il M. Amarianutte dal basso

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I rivoli bianchi con dietro il M. Strabut e l’omonima falesia di arrampicata

Il sentiero va impennandosi nelle pendenze e seguono numerosi zig zag. Si oltrepassano zone dove i resti dei pini bruciati fagocitano l’attenzione del passante, ma è bello notare che ai piedi di questi resti la vita sta ricominciando e nuovi pini sono pronti a prendere il posto dei precedenti. Pensando al lavorone dei giovani arrivo nei pressi di un bivio, a destra sembra ci sia un prato piuttosto panoramico.. Ed in effetti fino a ieri il troi di Martin aveva qua il suo termine in corrispondenza di un’altra panchina panoramica.. Ma sulla panchina ( a quota 750ca) trovo i veri artefici di quanto appena salito assieme a una mia vecchia conoscenza nonchè amico ( e in fondo mio maestro di alpinismo) Gjate che infaticabile anche oggi ha dato una mano e proprio oggi mi dicono di aver completato il collegamento con un’altro sentiero per realizzare un anello del monte Amarianute.. Mancherebbero ancora circa 300m alla cima effettiva, oggi non ho tempo, ma appena possibile completerò l’itinerario.

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I fautori del sentiero
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Tolmezzo da un insolito punto panoramico
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Ultime luci su Piombada e Lovinzola

Percorrere il sentiero di Martin è la maniera migliore per manifestare il giusto riconoscimento a questi giovani che si son dati da fare impiegando almeno 40 giornate del loro tempo libero. Bravi! Ce ne fossero di più, ma purtroppo ce n’è sempre meno! In pochi mesi sono stati in grado di “scalare una montagna” con picconi e seghe, se tutto il popolo carnico seguisse l’esempio altro che Sud Tirolo e Cortina. Sono del parere che la Carnia non abbia nulla da invidiare a questi territori confinanti con i nostri ma finchè non cambierà questa nostra mentalità così chiusa le cose resteranno tali e ci piangeremo addosso come stiamo facendo. Il troi di Martin lo vedo come un seme, un seme del turismo in Carnia fatto di brave persone capaci e volenterose. Sistemiamo il nostro territorio, tagliamo i prati, teniamo puliti i boschi, apriamoci alle persone che arrivano da altre realtà! Alla fine anch’io con questo blog cerco di mettere una pulce nell’orecchio a chi vuole credere nelle nostre realtà montuose.. E come dicono i giovani che han risistemato il sentiero “tutto è questione di prospettive”… Si comincia sistemando un vecchio sentiero, chi lo sa dove si finisce! 🙂

Info utili: il sentiero si prende in località Pissebus poco oltre la concessionaria Crivellaro. Dopo il secondo ponte (direzione S) si parcheggia e si segue la sterrata che risale i ghiaioni. Tenendo la dx ad un bivio la strada va stringendosi e nei pressi di resti di colonne in cemento recintati da filo spinato, sulla dx, parte il sentiero con tanto si segnaletica a bolli rossi. Fino al punto panoramico sono circa 450m di dislivello, io son stato 40 min di buona andatura. Alla panchina è presente il “libro di panchina”.

Omarut

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