M. Bottai 1526m: una cima di sicuro poco rinomata e altrettanto poco frequentata. Fa parte della lunga dorsale che si erge nei pressi del lago di Cavazzo e delimita verso S tutta la piana del Tagliamento (Tolmezzo, cavazzo, etc..). In alcune giornate autunnali tale dorsale viene in parte attraversata dalla nebbia della pianura creando un affascinante effetto a “cascata di cotone”. Cima che mi è tristemente nota anche perchè nel 2003 vi perse la vita scivolando l’ amico Francesco della GdF.
Il modo più rapido per raggiungerne la sommità è la salita della strada forestale di M.ga Avrint (bel rifugio sempre aperto) partendo dalla provinciale per Sella Chianzutan. Il sentiero dalla malga prosegue per il ripido bosco retrostante, i bolli del sentiero (rimesso a posto proprio dagli amici finanzieri) sono stati cancellati poco dopo.. facile immaginare da qualche stupido cacciatore. In merito a tale itinerario vedi anche quest’articolo del blog https://omarut.wordpress.com/2011/06/07/casera-avrint-e-monte-soprastante-non-so-come-si-chiama/
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22.02.2013
Che periodo, sono piuttosto apatico e insofferente al lavoro, pochi gli stimoli, le prospettive… Se aggiungo anche che da un mese non faccio un’uscita con gli sci d’alpinismo a causa del corso di soccorritore, la tristezza cresce ulteriormente. Mi attendono 9 giorni in pista fra lezioni con barella e ferule varie, un ambiente che non mi calza ma che alla fine mi sono scelto. Vedremo se questi sacrifici saranno ripagati in futuro.
Basta! Troppe voci danno ottima neve a N nei dintorni tolmezzini, ho troppa voglia di fare un’uscita seria in cerca di emozioni e di spazio libero per la mia mente.
Contatto un amico ma non è disponibile, decido di andare da solo. Ho in testa uno dei miei soliti progetti insoliti, linee poco o per niente frequentate che studio durante la quotidianità tolmezzina.
Alle 14.30 parcheggio nei pressi della S verso Sella Chianzutan, in presenza solo dell’auto del mio medico, appassionato anche lui come me di scialpinismo.. Arriverà dopo poco, da Presoldon.
Io oggi vado dall’altra, lo saluto e parto per la mia esplorazione, non so bene cosa combinerò, c’è il rischio di buttare via una mezza giornata ma almeno starò in un bell’ambiente.

La strada di Avrint è sempre quella, salita molte volte in bici e a piedi; passa veloce guardando i boschi sovrastanti e ipotizzando qualche discesa. Un paio di vecchie lavine attraversano la sede stradale.
La traccia è ben segnata, anzi, è “violentata” dai soliti ciaspolatori che massacrano tutto.
Dai tornanti l’altezza della neve va aumentando di parecchio. In girno non c’è un’anima e tutto è silenzioso.
Arrivo in corrispondenza del vallone che mi darà la direttiva di salita, su in alto, verso il frigorifero di Avrint e le pareti N del Piombada che ben si vedono anche dal fondovalle tolmezzino.
La mia iniziale idea di essere l’unico matto a mirare con gli sci ai piedi verso tale sito viene subito smentita dalla presenza di 2 vecchie tracce nella neve. Le sfrutto subito e mi assicuro un parziale aiuto nella risalita di un parco bosco di faggi.
Le pareti si intravedono fra le fronde e si fanno più vicine. In corrispondenza di un vecchio appostamento venatorio si esce sulle radure che si intuiscono sotto alle pareti già dal basso. L’ambiente è intimo, le pareti non sono così alte come sembrerebbe e perfino alcune spaccature nella roccia che immaginavo di ben altra misura si riducono ora che sono a un passo dal mio naso. Il vallone va stringendosi verso la rocce e si imbudella in queste assumendo verticalità. i prati sono percorsi da valanghe abituali.. Mi guardo attorno e vedo che alla mia sx parte un bel canale, di quelli logici, dal fondo del vallone fin su verso il cielo. Già deciso, proseguo l’ascesa.
Il conoide di neve va stringendosi in alto e le pendenze aumentano decisamente. La neve oggi pare adeguatamente assestata per non mettermi in ansia pur trovandomi solo in mezzo al nulla. Altra storia sarebbe essere qua dopo una nevicata: le pareti che delimitano il canale a dx sono delle lisce placche calcaree che proprio non ne vogliono sapere di sopportare il peso della neve liberandosene in continuazione. Ai lati poi boschi molto ripidi finiscono il contorno del tutto.
Procedo, sempre più con difficoltà. In mezzo al pendio si aprono un paio di “buchi”, così, dal nulla – immmagino sia pane per i miei amici speleologi..
A circa 100m dall’uscita del canale analizzo la mia situazione e con pace interiore decido per il rientro, mancando purtroppo l’uscita in cresta. Da quello che vedo le pendenze sono costanti fin poco prima della cima, poi come sempre il tratto più ripido finale precede l’uscita vera e propria. Sono le 16.30, solo in mezzo al nulla, all’orizzonte la perturbazione prevista comincia a dare i suoi frutti bianchi sulle cime della catena carnica..
La discesa si rivelerà stupenda, su 30 cm di polvere canadese schivando all’inizio pochi arbusti sul canale e i grossi tronchi dei faggi, poi, giù verso la strada.

Rientro alla macchina contento, soddisfatto di aver aggiunto una gita “insolita” al mio curriculum alpinistico, pronto a tenerla in considerazione in altri inverni “normali” come questo!
Il video http://www.youtube.com/watch?v=TVm1TjIKZmQ
Omarut in solitaria
Info Utili: Parcheggio alla piazzola di dx dopo la S della fontana sulla strada che da Verzegnis porta a Sella Chianzutan. Seguire la forestale per Avrint fino all’attraversamento del vallone principale dopo i 2 tornanti. Abbandonare la strada (quota 1000ca) e salire in direzione S-O il bosco di faggi verso le pareti N del Piombada. Alla radura sulla sx si apre il canale. Salirlo fino alla cresta del Bottai. Dislivello 700m – BS (eventualmente BSA) – da salire solo con condizioni neve assolutamente sicure!