Corso CReSP 2013

E’ uno stupore che va crescendo man mano che la telefonata corre via con l’amico Gian, non mi capacito di come la regione abbia emanato un bando per la figura di soccorritore montano! Sembra quasi un sogno che si avvera e non ci credo molto finchè indagando sul sito regionale scopro che il bando esiste, che scade il giorno dopo e che, purtroppo, non riguarda una figura completa di soccorritore bensì quella del soccorritore sulle piste da sci.

Indecisione.

L’ambiente è quello che desidero per la mia vita ma i dubbi sono molti, come sempre aprire una nuova porta o incamminarsi su di una via sconosciuta porta con se vantaggi e svantaggi, pro e contro.

Ma forse i tempi sono maturi, forse. Fattostà che il consulto familiare, rapido giocoforza, da via libera  a questa nuova avventura nella mia esistenza.

Frettolosa compilazione della domanda con tutta la solita documentazione al seguito e la corsa in posta per la raccomandata spedita all’ultimo minuto, è andata, adesso aspettiamo risposta.

La risposta arriva via mail, convocato a Piancavallo per l’esame di ammissione consistente in una prova sciistica suddivisa in due parti, una libera e l’altra obbligata; poche le informazioni, anzi quasi nessuna a parte l’ora di ritrovo.

Fosse stato più vicino era meglio di sicuro ma pazienza. Prevedendo la bocciatura utilizzo i miei contatti per prepararmi il giorno prima con una “quasi” maestra di sci, figlia di un mio amico del soccorso che mi reimposta completamente.. Di fatti la mia sciata, e lo so benissimo, è impostata sulla modalità “sci alpinismo” da almeno 15 anni, c’è da lavorare a fondo per modificare gesti, traiettorie, movenze. L’amica fa miracoli e in una mattina mi trasforma in un portatore sano di “conduzione tecnica oro FISI”, livello richiesto dal bando. Girano voci su eventuali percorsi di slalom speciale fra i pali, io me la rido alla grande… Dai, in fondo la sto prendendo abbastanza sul simpatico, probabilmente mi segheranno all’inizio percui è meglio se non mi ci lego troppo all’idea di essere il paladino della sicurezza sulle piste.

Eccomi a Piancavallo,  arrivo giusto giusto per dire “presente” ad un appello fatto alla partenza della seggiovia Tremol 1. Siamo una quindicina scarsa, di varie età anagrafiche e con varie attrezzature. Io vesto la livrea di ordinanza, quella da scialpinismo. Sono piuttosto orgoglioso di questa mia appartenenza, diversa da “quelli delle piste”. In effetti mi gira in testa il fatto che io la pista la frequento si e no 2 volte all’anno, spesso in condizioni neve proibitive per le sciate fuori pista.

Il maestro sembra piuttosto severo e ci spiega velocemente cosa vorrà vedere da noi.

Ho tempo di fare amicizia con Francesco sulla seggiovia, anch’esso scialpinista partecipante all’esame.

La prima prova prevede una serie di serpentine in conduzione con vari raggi di curvatura e vari ritmi. Cerco di fare tutto come il giorno prima con Vanessa. Mi rendo conto di fare una figura dignitosa.

Inquadrati come i militari scendiamo  al muretto della Salomon dove ha luogo la seconda prova, quella obbligata. Il maestro si improvvisa in piroette sulla massima pendenza, delle curve a 360° con inversione in retromarcia.. AH AH, sono molto dubbioso sulla mia performance. I dubbi crescono man mano che i pretendenti che mi precedono scendono, uno si ribalta e comincia a scivolare verso il basso.. Tocca a me, faccio le famose 4 inversioni, è già tanto che non metto il culo a terra e ne esco indenne. La prova termina con 3 curve a spazzaneve e fermata, fra le gambe del maestro, a 1 cm dai suoi scarponi senza toccarli.

Nell’attesta dei risultati si ride e si scherza, volti più o meno tirati attendono il verdetto della prova.

Sono passato! Incredibile. Felice me ne torno a casa dopo un veloce colloquio con la commissione per determinare eventuali crediti formativi.

Il corso a cui sono stato ammesso prevede un bombardamento di nozioni in 120 ore, suddivise in lezioni teoriche in aula e pratiche in pista.

I week end del 9/10 e 16/17 febbraio li passo a Piancavallo, tempestato di nozioni anatomiche da parte del medico docente; tutte cose molto interessanti che mi coinvolgono. Penso che se non ci fossero state le materie di chimica e matematica forse avrei potuto intraprendere ai tempi l’università di medicina.

Pensieri inutili, basta mia moglie e la vitaccia che fa da 10 anni a farmi cambiare idea.

Il soggiorno in Piancavallo passa veloce, alloggiato in una dignitosa camera della “Baita” dove l’acqua calda nei servizi viene erogata dopo le 23.. Saranno usanze del pordenonese. Una scheggia di legno infilata nel mio dito e portata a presso dalla Carnia me lo rende gonfio come un salsicciotto.. Ho bisogno di ghiaccio per raffreddare l’infezione ma dove prenderlo? Sul tetto dell’albergo è pieno di stalattiti di ghiaccio e mi invento una scalata in mutande per raggiungere il freddo candelotto (se mi vedevano erano guai).

Il mio amico di Forni con cui condivido la camera è già in palla, troppe informazioni in 4 giorni.

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Trasferimento del corso in terra carnica, ora mi aspettano 9 giorni filati tra Paluzza (CESFAM) e le nevi dello Zoncolan.. Almeno la sera riuscirò a tornare a casa a vedere del piccolo e di Eli.

Lezioni pesanti anche qua, dall’immobilizzazione di qualsiasi osso del corpo, al BLSD, valanghe, stratigrafie, meteo, ricerca dispersi, questioni legali.. Insomma, come direbbe il mio amico Giovanni, “una palpata”.

In pista ci assegnano un Akja simile ai barconi degli alpini che utilizzavano durante il 1917 per guadare il Piave, dev’esserci un esemplare simile anche a Nervesa della Battaglia (TV) solo che la nostra è verniciata d’arancio.. Ma sono pensieri che non rendo pubblici e preferisco tenerli per me.. Cavolo però, peserà  20 kg in più di quelle usate a Piancavallo! La portiamo a prendere aria su e giù per le piste dello Zonco, con o senza carico umano all’interno. Simulazioni d’intervento che da semplici vanno via via aumentando di difficoltà arrivando al caso “limite” di un politrumatizzato da dover caricare su materassino a depressione, con manovra a ponte, collare cervicale, ancoraggio dell’Akja, del materasso e degli operatori per evitare di partire giù sulla massima pendenza con tutto l’armamentario.. Simpatico l’ultimo intervento dove io da leader guido il mio 2° Fabio.. Deve avermi visto piuttosto sbigottito quando se n’è partito sul muro della Tamai 2 lui e tutta l’Akja e non si fermava più.. Ma con sangue freddo e un pò di autoironia ci siamo comunque meritati un “bravi” dagli istruttori presenti.

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Gli istruttori.. Luca che ci ha preso in carico sin dall’inizio, noi della squadra 2, ingegnere pacato e preciso, una miniera di nozioni a nostra disposizione. Fabio, sempre pronto alla battuta e tecnicamente altrettanto valido. Fabrizio il cartografo, a mio parere un pò controtendenza e un pelino sempre corrucciato.. Luca 2, paularino ma non D.O.C. (senza erre moscia), simpatico, di poche parole ma importanti e infine Rossano, l’unico che è riuscito a farmi girare le balle… A me, che sono noto come portatore di pazienza smisurata… Da quasi psicologo la sua spiegazione è stata che necessariamente doveva portarci al limite per capire il nostro potenziale. Sarà, ma al limite ha portato solo le dimensioni del mio scroto, non certo quelle tecniche che credo siano state ben lungi dall’essere raggiunte.

Su tutti Renato, il direttore, persona squisita di grande cultura e con vena ironica sempre presente, forse non tanto capita da tutti.

In aprile mi attende l’esame finale, ora non resta che studiarmi la mole di manuali che ci hanno dato, speriamo bene!

Bilancio finale? Molto positivo, ne esco, comunque vada, con un bagaglio di nozioni varie tutte cmq molto utili. Ho cercato di non indossare mai in pista capi con cucito il bollino dell’altra parrocchia a cui appartengo già (soccorso alpino), credo sia stata una forma di rispetto verso i miei colleghi e per non aver alcun pregiudizio di sorta dagli istruttori. Ma sono persone talmente corrette che non ci sarebbero stati di sicuro problemi e/o preferenze in merito.

Chissà se questi miei sforzi resteranno vani o serviranno, come spero, a qualcosa? Chi vivrà vedrà!!

Omarut – Corso CReSP – 9-10 16-17 23-28 febbriaio e 01-03 marzo

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