M. Scarniz 2118 m: cima che si eleva a E del passo di Pramosio, costituendo l’inizio della dorsale che va verso il M. Cuestalta. Bello il panorama sull’alta valle del But, ricchi i resti della prima guerra mondiale, specialmente sulla linea di confine rivolta all’Austria. Sicuramente una cima che non spicca per austerità o peculiarità particolari in estate, d’inverno si trasforma in una bella discesa per gli sci alpinisti, che trovano nei suoi pendii pendenze ideali per una bella sciata.
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21.04.2013
Si va verso la fine della stagione, di una stagione ricca di neve che ancora porta tangibile i segni delle copiose nevicate degli ultimi periodi. Da poco le temperature si sono alzate improvvise a colpire pendii carichi di neve, pronti a liberarsene in maniera improvvisa.. Sono questi i dubbi che c’invadono la testa la sera prima, durante la decisione del “dove si va”. Mete più o meno altisonanti vengono abbandonate per la paura di fare la fine del topo, complice un bollettino niveo-meteo che come succede sempre più spesso si rivelerà, fortuna nostra, errato.
Votiamo per lo Scarniz, cima già percorsa in lungo e in largo che se in condizione regala una bellissima sciata, anche se piuttosto corta. E’ una montagna che preferisco salire/scendere con gli sci a primavera inoltrata, quando la strada per Malga Pramosio viene aperta dai lavoratori della cava di marmo nonostante la copertura nevosa ancora ben presente.
La mia pigrizia a volte viene fuori e partire a 1520 di quota è di sicuro meglio che farlo dalla frazione di Laipacco.. Non avrebbe senso altrimenti questa sciata.
Alla malga il termometro segna 6°. Tanti, ma sapevamo di andare a “voltare la minestra oggi”, altro che neve.. Tuttavia nel prepararci, fuori dall’auto, il venticello frizzantino che spira da N qualche brivido lo provoca.
Lo Scarniz è già lì davanti a noi, si vede tutta la dorsale e il tratto alto. In alto però le nebbie e le nuvole vanno e vengono, facendo scomparire la nostra meta.
Si si, il vento è bello fresco e va bene così, soprattutto quando mi rendo conto che verso il passo Pramosio l’effetto che ha provocato sul manto nevoso è quello che non credevo fosse possibile: nonostante la temperatura il manto regge bene, firn quasi primaverile, ottimo!
I segni del caldo dei giorni scorsi non si nascondono, tanti buchi nel pendio, neri come le crepacciate terminali dei ghiacciai delle Alpi occidentali, seppur in scala 1:100.. Poi i resti delle slavine, un pò qua un pò la dai pendii più ripidi, valanghe di neve fradicia che scivola sul manto come l’onda del mare sulla battigia.. E ancora i buchi neri delle slavine di fondo, dove l’erba non ha ancora la forza della primavera. Tutte cose belle da vedere e pensare, quando si sa che non si rischia la ghirba a transitarci in mezzo.


In un traverso coperto dal vento la neve molla un pò di più, ci distanziamo quel tanto da non sovraccaricare eventuali equilibri precari ed abbiamo accesso alla parte finale dove ” l’anfiteatro” dello Scarniz si mostra in tutto il suo spettacolo, ma un momento dopo non riesco nemmeno a vedere il culo di Sbriz che dista 10m.
Nebbione tremendo che va e viene.
Navighiamo a vista, quando passa il banco prendiamo i riferimenti e proseguiamo 50m, poi pausa e di nuovo avanti e così fino in cima su pendenze via via maggiori (intorno ai 35°).
In cima un gruppo di 4 scende la dorsale a breve distanza in un nebbione da paura. Li sentivamo da sotto, dovevano esser lì da un pò e mi chiedo come mai non abbiano aspettato il “buco” della nebbia.. In pratica buttano via la discesa.
Io sono in pace con me stesso e quassù sto bene, e con me i miei amici.
Lo Scarniz mi regala sempre magiche atmosfere, sarà un caso, ma ogni volta mi trovo sospeso tra terra e cielo, dove le nuvole grattano il blu che compare e scompare a intervalli regolari come il sole. Che pace, stare seduti sul cocuzzolo a guardare il Mondo dall’alto è una fortuna per pochi, una botta di vita che le montagne mi regalano ogni volta e di questo non posso che gioire. E poi non fa nemmeno freddo, pare che abbia mollato anche il vento, meglio di così!
Pronti per partire un banco di nebbia ci blocca, siamo sull’orlo del pendio come i camosci che dalla parete sporgono testa e corna verso il basso. Noi sporgiamo la testa, le corna probabilmente solo Sbriz…
La discesa si rivelerà di quelle goduriose, firn primaverile, forse un pò più pesantino, ma da urlo.. Curve tirate e poi serpentine strette, oggi tutto è permesso, fino alla malga 600m più in giù.


E poi il ritorno a valle, dove il verde della primavera è un verde che mi fa impazzire.
Il verde delle foglie nuove che porta odori ed essenze dimenticate, la primavera, le arrampicate.
Che bello!
Omarut, Sbriz e Pelle
Info utili: bella sciata primaverile, dislivello sui 600m partendo dalla malga Pramosio. Seguire la strada di servizio verso il lago di Avostanis fino in vista del passo Pramosio dove si svolta a dx a risalire l’evidente dorsale che porta alla cima dello Scarniz. Difficoltà BS, spesso utili i rampant.