M. Avanza 2489m: cima maestosa ed interessante ha più di qualcosa da offrire in ogni stagione, per gli arrampicatori la parete S è una Mecca del calcare carnico d’autore, per gli escursionisti una bella camminata poco frequentata con cima panoramicissima, scorci da favola sulle vicine cime più blasonate e resti di storia del 15-18 a cielo aperto, per gli sci alpinisti il canale O è una classica primaverile di buona difficoltà. Si erge ad Est del più conosciuto e frequentato monte Peralba e la via più breve per calcarne la cima parte dal parcheggio delle Sorgenti del Piave attraverso i ghiaioni sovrastanti la malga di Casavecchia e risalendo poi il canalone incassato sotto ai campanili delle genziane che porta ai pianori della cima delle batterie e alla cima vera e propria.
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12-05-2013
Non riesco a non pensare a quella brutta sensazione, come di aver lasciato a metà qualcosa di cominciato, di non aver messo la parola fine a un film, il mio film della stagione invernale 2013 con gli sci d’alpinismo. E anche se le settimane stanno volando verso la primavera inoltrata le condizioni di innevamento sono ancora tali da poter cercare qualche “chicca” sopravvissuta al caldo e alla pioggia della primavera. Oramai perfino il bollettino valanghe è stato chiuso fino alla prossima stagione invernale. La gente se ne va altrove, a far il picnic sui prati fioriti, al fiume, ad arrampicare, eppure l’ultima sciata della stagione devo farla. Oramai so che non posso contare su altri amici se non sul biondo, il compagno storico, un malato di sci e neve, indefesso sostenitore di canali e sciate disperate quasi in costume da bagno.
Alle 6 in macchina alla volta di Sappada, fa caldo ma non come i giorni scorsi. A cima 4° ci fanno sperare nel miracolo meteorologico e decidiamo si seguire i miei intenti iniziali e cioè dirigere verso il canale O del M. Avanza, meta primaverile per eccellenza che la locale guida descrive come “prestigiosa, elegante e logica salita”. In giro non c’è un’anima, solo 2 scialpinisti malati come noi fanno la loro comparsa su verso Casavecchia. Passiamo oltre e parcheggiamo nel solito posto estivo, verso il rif. Sorgenti del Piave. La giornata sembra splendida e il vento teso che tira da N mantiene l’atmosfera fresca. Ci avviamo sul traverso che porterà al vallone del canale, già messo in preventivo, la camminata nel bosco che passa rapida fra le chiacchiere di 2 amici che da un pò si son persi di vista. Alla fine l’attraversata si rivelerà più corta del previsto: una mezz’oretta tra prati in pieno risveglio primaverile, macchie di neve e uccellini allegri.
La neve comincia subito dopo l’attraversamento del Rio che scende dal primo campanile delle Genziane. Sci ai piedi si va su di gran piacere su una neve dura che non molla un cm.. Constatiamo di aver perfettamente indovinato l’uscita che se conserverà queste caratteristiche sarà la ciliegina sulla torta di una stagione per me anomala.
Il canale da qua si vede bene in tutta la sua essenza, rocciosa, stretta e ripida. Neve ancora parecchia a tal punto che il salto di roccia verso l’uscita, su in alto, passo chiave dell’intera sciata risulta coperto quasi interamente. Rallegrati da questa ulteriore scoperta saliamo con gran calma l’ampio canalone che va man mano aumentando nelle pendenze e stringendosi fra alte pareti grigio scure.. La sorpresa sta nel fatto che a terra ci sono buoni 10cm di neve nuova!




A metà indossiamo il casco perchè il pericolo di sassi dall’alto anche se remoto c’è, lo dimostrerà quello piccolino che colpirà Gigetto proprio dopo averlo appena indossato.
Poi la pendenza ci impedisce di continuare con metodi tradizionali e decidiamo di mettere gli sci nello zaino e salire con ramponi e picca, anche per non trovarci impreparati poi sul punto più ripido. Le condizioni sono eccezionali: la neve farinosa è aumentata ancora e passiamo bene il salto del sassone notando la possibilità di discesa con le tavole ai piedi. Uscire dall’imbuto scuro del canale è come buttarsi in mezzo alla luce, dove le pareti di destra, granitiche più che di calcare, sono incrostate di ghiaccio che le fa brillare ancora di più alla luce ormai alta del sole di maggio. E poi la neve che cade dal cielo, incredibilmente, a regalarci una nevicata inattesa che anche se portata dal vento rende l’atmosfera ancora più magica e perfetta verso la bianca cima dell’Avanza che raggiungiamo in breve ancora ramponati. La giornata è incredibile, un panorama mozzafiato, una discesa probabilmente perfetta che ci aspetta e un’amicizia che, nonostante passino anni e avvenimenti, resta salda come le rocce di questa cima. Non servono tante parole, uno sguardo e una stretta di mano per festeggiare alla meglio questa stupenda ascesa carnica.


In alto arriveranno 2 amici che ci ringraziano per avergli aperto la traccia dal basso, 4 chiacchiere e siamo pronti per la ripida discesa del canale. C’è da dire che il bello è anche la progressività della stessa: al contrario di parecchie discese con gli sci qua il ripido viene dopo un pò, quando le gambe si sono scaldate sulle blande pendenze iniziali tra cima Avanza e cima delle batterie. Serpentine su farina fantastica ci conducono all’imbuto e quindi al salto del sassone. Lascio che Gigi preceda ad aprire la strada, prima i più esperti. Non fa una piega ed è entusiasta delle condizioni. Seguo io, magari stilisticamente molto meno attraente ma senza mettere comunque il culo a terra. Fatto il passaggio del sasso le pendenze, anche se da non sottovalutare, si fanno più domabili e ci facciamo una sciata libidinosa su farina invernale fino ai piani del vallone, ormai giu verso le ghiaie scoperte che ci aspettano.

La temperatura cambia decisamente nel giro di 400m di dislivello, in alto con le dita ghiacciate e qua con la maglietta. Carichiamo l’attrezzatura in spalla e soddisfatti ci dirigiamo all’auto e alla meritata birra.
Questa uscita mi mancava, ora posso dirmi soddisfatto e buttare i legni in cantina fino alla prossima stagione!
Il video
Omarut e Gigi
Info utili: la sciata del canale O dell’Avanza puù dirsi una classica primaverile anche se le ripetizioni non sono tantissime. Consigliabile farla quando la strada per le sorgenti del Piave è transitabile per non doversi fare a piedi dislivelli importanti e strade noiose via Pierabech o Cima Sappada. La sciata vera e propria risale il vallone che si trasforma in stretto canale. Difficoltà OSA, 40° con un passaggio più ripido in corrspondenza del “sassone”. Ramponi, piccozza e soprattutto casco!