Via “Stelle filanti” al Coston di Stella – Coglians

30.06.2013

Il Coston di Stella è una piccola zona individuabile nelle pendici meridionali del Monte Coglians; tuttavia costituisce un microcosmo a se stante per gli alpinisti che in quest’area possono sbizzarrirsi sia d’estate che d’inverno.. In inverno infatti pare che la discesa di questi versanti costituiscano una sciata impegnativa e di gran classe, meditata e realizzata per la prima volta da Luciano De Crignis, sempre presente sulle Carniche dove le pendenze si alzano. Nella bella stagione offre delle vie d’arrampicata che risultano piuttosto interessanti e se “romantic croda” che si sviluppa sulla Torre del Coston di Stella ha difficoltà per il sottoscritto ingaurdabili, altro discorso va fatto per quelle che si sviluppano nella conca delle placche, un posto che definirei magico ed “eremitico”. Sulla struttura rocciosa inclinata e sbarrata a metà da un muro verticale sono state tracciate 2 vie: quella  a sx si chiama “la via delle placche C.S.” mentre quella di destra, di realizzazione più recente, “stelle filanti”.

La salita della via delle placche resta nella mia memoria come una bella giornata in compagnia del Pelle, con un passaggio di V° protetto con degli anelloni di ferro, e il vuoto assoluto sul resto del percorso (nella mia testa, non certo per l’esposizione della parete).

Oggi affronto “Stelle filanti” con spirito positivo e in compagnia di un nuovo compagno di cordata, Angelo, anche lui del soccorso alpino.. “in qualche maniera faremo, useremo un piramide umana alla vecchia se sul sesto non saremo in grado di far altro”.

Sono curioso di vedere che ci attende.

L’avvicinamento si compie dal parcheggio del Rif. Tolazzi fino al tornante successivo alla malga Moraretto, dove sulla sx fra ontani più o meno grandi e erbe fradicie guadagnamo i prati del vallone che scende dal Coglians sotto alla torre del Coston di Stella. Fa un freddo cane, in alto neve e sotto ai piedi la brina della notte. Il rigelo notturno mancato per tutta la primavera lo sta facendo ora che è quasi luglio, senza parole!

Accediamo alla magnifica conca attraversando in quota per piccoli abeti e grossi formicai, fino ad intercettare sulla dx il punto debole del versante costituito da un canalino terroso su cui ci issiamo sbucando in vista delle placche dove corrono le vie.  Sembra di passare il confine e di entrare in un altro Mondo, sono estasiato.

C’è parecchia neve alla base della via e il sole non è ancora arrivato a scaldare le rocce. Ci prepariamo su un terrazzino vicino all’attacco che, essendo sommerso dalla neve, immaginiamo essere più a dx della nostra posizione, sotto alla verticale di un’evidente spit che giace alto sulle rigole.

Parte Angelo, armato fino ai denti di ferraglia alpinistica che ci siamo portati appresso non sapendo il grado d’attrezzatura della via..

Faccio sicura in clima invernale, mi sto congelando pian pianino mentre l’amico prosegue sicuro e spedito fino alla prima sosta, a 60m dalla base, sulla dx della prima piccola fascia strapiombante. Lui è già al sole e, forse, a temperature più umane.

Vengo recuperato da secondo e la mia sarà una vera arrampicata a vista, nel senso che non sentendo più le mani devo guardare le fessure dove incastro tipo “blocchetti” le mie mani oramai insensibili, peccato perchè il tiro è veramente bello, con movimenti eleganti mai difficili. Su 60m rinvengo 3 spit, forse un pò pochetti in caso di volo e infatti integriamo il tutto con numerosi friends. Alla sosta spendo parecchio tempo a scaldarmi le mani, ma alla fine ce la faccio e sto meglio.

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L’anfiteatro del Coston di Stella, a dx la Torre
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Attraverso i prati verso il passaggio d’accesso
Linea d'ombra
Linea d’ombra

Affrontare la seconda lunghezza con le mani che sentono qualcosa è meglio e parto verso sx dalla sosta mirando al grosso strapiombo distante una ventina di metri dove una rampetta inclinata da dx verso sx dovrebbe costituire uno dei passaggi chiave della via. Protezioni poche, spit solo a strapiombo già raggiunto, per il resto friend e una clessidra. Le difficoltà sono sempre abbordabili e si mantengono sul 4°, solo arrivare allo spit è un attimo più impegnativo se non altro per la roccia fortemente bagnata. Mi fermo qua, credo che la relazione ufficiale dica di proseguire ma preferisco essere vicino al compagno per il passaggio che ci aspetta. Recupero Angelo sotto uno stillicidio d’acqua, lui saggiamente alla mia altezza prosegue subito affroantando il passaggio seguente.  Anche qua l’unico spit che c’è è piuttosto alto e verrà raggiunto solo dopo aver piazzato 2 friends.. La rampetta va morendo verso sx e poco oltre c’è la vera sosta su un comodo terrazzino erboso.  Il passaggio è un pò strano, un occhio di riguardo per non bagnare le suole delle scarpe ed esco vicino all’amico.

Le placche dal basso nei pressi della partenza della via di sx
Le placche dal basso nei pressi della partenza della via di sx
Verso la sosta del primo tiro
Verso la sosta del primo tiro
Seconda lunghezza
Seconda lunghezza
Il passaggio, per quel che si capisce
Il passaggio, per quel che si capisce
Il sottoscritto verso la terza sosta
Il sottoscritto verso la terza sosta

Ciò che mi aspetta dopo è la fessura che le relazioni danno come di VI°-. E’ subito sopra alla sosta e la protezione è in alto, troppo! Qualcuno deve averla pensata come me visto che aiuta la sicurezza un chiodo con Kevlar piuttosto provvidenziale! Il passaggio è strano, con prese rovesce e panzetta liscia per i piedi.. Un pò alla volta si guadagnano i cm, quindi lo spit e quella che sembra l’uscita dal tosto. Poi però di passaggio delicatino ce n’è un altro prima della sosta e lo proteggo con un altro frend. La sosta è comoda come quella sotto, con doppio spit e vecchio cordone sbiancato di collegamento. Ormai è fatta, sopra si slancia una bella piramide appoggiata di rigole d’erosione, una favola che si salirà Angelo da primo, che invidia!

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Il passaggio di VI°-
Il passaggio di VI°-
Verso l'uscita della via su splendidi campi solcat
Verso l’uscita della via su splendidi campi solcati

 

Verso la penultima sosta
Verso la penultima sosta

Un tiro di 55m di 4° o giu di lì e 2 spit, una scorpacciata di bei movimenti su una roccia da favola in un ambiente stupendo. Sole, aderenza pura come fosse carta vetrata, una favola.

Poi solo un breve tiretto per raggiungere l’ultima sosta preparata, nei pressi della cimotta di questo “panettone” e la cima che si raggiunge tranquillamente camminando. In alto ci stendiamo un attimo sui prati contornati da fiori, macchie di neve e cime splendide. Che bello poter godere di questi momenti e aver trovato una persona in linea con i miei principi e i miei pensieri, la ribatezzo subito “la cordata dei padri”, sperando che il sodalizio continui e l’amicizia si saldi in futuro.

Tocca raggiungere il Marinelli per la birra, 15 minuti e siamo li. Poi scendo solo, veloce verso casa; mi fermo solo un’attimo stordito, oltre che dalla birra, dalla bellezze della vallata di Moraretto in fiore.. Chissà perchè l’erba oggi è più verde, i rododendri più viola e i versanti mi affascinano come non mai, magia delle Alpi Carniche!

Omarut e Angelo

Info utili:

la via si raggiunge dal rif. Tolazzi in 1.30h seguendo la strada per il rif. Marinelli. Poco dopo il tornante successivo alla malga  Moraretto sulla sx si trova il sentiero che porta alle radure del vallone che scende dal Coglians, passando sotto alla torre si trova il passaggio per accedere alla conca sottostante le placche del Coston di Stella. Le vie sono evidenti.

Stelle filanti è stata aperta dalla coppia Pezzolato/Gojak e da questi “attrezzata”.

Diff. passaggio di 6°-, 1 di 5°, il resto di 4° e 4°+. Sono 5 lunghezze (se fatte come noi oggi) per 220m di sviluppo. Necessari Frend per integrare le scarse protezioni presenti, chiodi in pratica superflui. Si arrampica per circa 2.30h e la discesa più comoda è il rientro per il sentiero Spinotti che passa, evidente, subito dietro al cocuzzolo della cima.

Il tracciato della via
Il tracciato della via

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