Rif. Fabiani al Pecol di Chiaula che non riapre…

La notizia la raccolgo dalla rete, dove in questi giorni sta girando uno scritto della oramai “ex” gestrice di quello che considero uno dei rifugi alpini più belli della Carnia, il rifugio Fabiani al Pecol di Chiaula.

Riporto quanto scritto dell’autrice, premettendo che non l’ho nè frequentata prima nè conosciuta, ma a pelle conquista già la mia stima per quello che scrive..
Rifugio alpino P.Fabiani a Paularo nelle Alpi Carniche orientali
La riapertura del Rifugio risulta attualmente sospesa
Su richiesta degli ex-gestori pubblichiamo la seguente
Lettera aperta ai fruitori del Rifugio P.Fabiani di Paularo – Carnia – Friuli – Italia
E’ con vivo dispiacere che annunciamo di lasciare anzitempo la gestione del Rifugio. 
Il rammarico è forte perché era per noi di grande soddisfazione constatare il gradimento per i nostri particolari piatti (tipici biologici ), per l’atmosfera famigliare e l’animazione creata anche dai nostri piccoli animali di allevamento e compagnia ( che peraltro ci hanno attirato critiche e ostilità e persino una multa: da notare che la sottoscritta è la presidente regionale della Associazione per la tutela degli animali Nazionale A.N.P.A.N.A. ). 
Ma siamo costretti a questo passo da motivi di origine economica ( siamo una associazione ONLUS, non abbiamo scopi di lucro come avrebbe un’azienda basata su altri criteri del calcolo economico e alle nostre difficoltà non ha corrisposto una fattiva comprensione, dati anche i tempi di crisi, da parte dell’ente proprietario ) e da un’interminabile sequenza di disservizi. Pignoleschi controlli, critiche, dimenticanze volute, sospetti, “dispetti”, continuo stillicidio, difficoltà di raggiungimento dello stesso rifugio che hanno reso molto difficile per noi esplicare al meglio la nostra attività e per i turisti, non solo raggiungerci, ma addirittura sapere della nostra esistenza ( in paese e in altri luoghi si diceva “ …il rifugio è chiuso…” ). E’ proprio vero che in Italia sviluppare un’attività, specialmente piccola ( soprattutto a difesa e sviluppo sociale ) è praticamente impossibile. 
Quanto accaduto ci ha convinti che la nostra presenza non è mai stata gradita da parecchie persone nella valle a cominciare dai bracconieri ( nomi noti da vecchia data, mai denunciati) disturbati dalla nostra presenza, ma anche a causa come già detto di una costante ostilità (proveniente da molti fronti, anche con responsabilità pubbliche, forse per un anacronistico campanilismo) che non ha mai accennato a diminuire. Chi vi scrive è stata minacciata con un fucile da caccia in modo molto brutale e fatta attrice di tanti altri spiacevoli accadimenti che l’hanno accompagnata in questi due anni di gestione non molto felice. 
E dire che la nostra attività è stata più a beneficio della Valle di Paularo che nostro: in questi due anni abbiamo lavorato in rosso ( ma dato la nostra origine associativa non è stato un problema, il problema è sorto quando, a beneficio del rifugio, sono entrate delle figure giovani e non abbiamo potuto riconoscere il loro lavoro: hanno prestato la loro efficienza per due stagioni gratuitamente). Non solo abbiamo recuperato il buon nome e l’apprezzamento del rifugio, dopo anni di discutibile gestione, ma anche rilanciato la sua notorietà con svariate azioni informative e promozionali ( in un anno e mezzo la pagina del Rifugio su Internet ha avuto quasi 7000 visite ), prezzi molto popolari, azioni di diffusione etica, piccoli convegni e soprattutto azioni contro la caccia. 
Ci si augura che i prossimi gestori abbiano volontà e capacità di raccogliere la nostra esperienza e di diffondere un po’ di luce sullo splendido contesto montano di Pecol di Chiaula. 
Un caloroso saluto. 
Luisa Pavan già presidente dell’Associazione ‘Radici di identità’ onlus, Ravascletto–Carnia-Udine Ravascletto 05.05.2013

Che dire?

Che alla fine l’hanno vinta sempre gli stupidi? Parrebbe proprio di si!

Mi chiedo se non ci sia maniera di fermare questi comportamenti messi in opera dai soliti “fenomeni” che si sentono gli sceriffi della contea, i signori delle terre carniche come se un fucile in spalla compensasse il peso della materia grigia che non hanno nè nella vita comune nè tanto meno nel loro vagare con fare venatorio su per i monti..  Questo scritto mi ha colpito parecchio, ultimamente sto pensando anch’io alla gestione di un rifugio e quanto accaduto alla signora Luisa trova la mia piena soidarietà.

Quanto descritto dalla signora era facilmente immaginabile, dato che a quanto ne so, dalle voci di corridoio, dell’ambiente del bracconaggio faceva parte anche quello che materialmente dette fuoco al vecchio rifugio. E posso anche immaginarmi tutti i soprusi e le angherie subite e parzialmente descritte. E tutto questo per cosa? Probabilmente per non “turbare”  la fauna che lor signori devono andare ad ammazzare.

Il fatto che potesse esserci della gente e/o degli animali al rif. Fabiani avrebbe turbato così tanto l’ambiente, magari facendo spostare più in alto quei poveri ongulati con conseguente maggior fatica degli stupidi bipedi per beccarli con il fucile da un km di distanza?

Avrà dato fastidio sicuramente  anche l’accanimento antivenatorio e le manifestazioni indette a favore della causa da parte della gestione..

Ma sti stronzi si rendono conto che non sono i padroni della montagna e di quello che ci orbita attorno oppure no?? E non sarebbe ora di finirla con questi comportamenti anacronistici? Già non mi vanno giù i cacciatori “legali” ma non voglio muovere nuovamente acque che da poco si sono per così dire calmate, ma mi chiedo, se i cacciatori sono persone così perspicaci e pronte a difendere a spada tratta l’ambiente, se sono gli unici che mantengono in ordine i sentieri, che portano da bere alle bestie in periodi di siccità, se vanno a tagliare l’erba (questa mi è stata detta da uno di loro durante un differente scambio di vedute, diciamola così..) come mai non sono capaci di segnalare i personaggi che non operano nel rispetto delle Leggi?????? E’ così difficile? Nei loro ambienti lo sanno tutti chi pratica il bracconaggio, le abitudini etc, è così difficile fare in modo che questa gentaglia venga estirpata dal teritorio????

Altro discorso. Mi è capitato, durante il rientro da una via di arrampicata qualche giorno fa, di ottenere un passaggio su di una strada con divieto di transito, da una coppia di cacciatori; ovviamente solo dopo che son salito a bordo ho capito a che categoria appartenevano altrimenti avrei continuato a piedi.. Ma è giusto che la comunità montana e/o altri enti diano il permesso di transito  sulle strade bianche per attività venatoria!?! Se proprio devono andare a caccia, almeno che vadano a piedi!

terzo discorso. La gente della vallata che con i comportamenti ostili ha messo il bastone nelle ruote alla gestrice. Anche qua piove sul bagnato. Siamo carnici, non conosco la signora che magari è triestina. Basterebbe questo in Carnia per essere etichettata in malomodo.. La conclusione che mi frulla in testa è sempre quella: parecchi di noi carnici, piuttosto che avere un triestino o comunque un “forestiero” che gestisce qualcosa di pubblico o che ha a che fare con dei beni locali,  preferiscono che tutto vada in malora! BENE, questa è la mentalità giusta per finirci noi in malora!

E’ ora di darci una svegliata e capire che in Carnia se non puntiamo di più sul turismo, come fanno nelle terre a noi confinanti con ottimi risultati, facciamo una brutta fine, magari come dice mio padre: ” una riserva naturale per camosci, cervi e caprioli con un muro alto 6 m che ad Amaro chiude tutto”..

Questa del Fabiani è una delle tante vicende sentite in tal senso, vedremo quante ancora ne dovranno venire.. Spero il meno possibile!

… E al giro d’Italia, sulla salita di Attila così ribattezzata, troneggiava un cartello “Paularo non delude mai!”, ecco, a questo non serve aggiungere un commento, anzi lo estendo a tutta la Carnia, bisogna vedere però da che punto di vista si interpreta tale esclamazione!

 

 

8 pensieri su “Rif. Fabiani al Pecol di Chiaula che non riapre…

  1. Concordo con te! Sono passata sabato dal Fabiani e l’ho trovato tristemente chiuso! Mi son chiesta il perchè.. Con la gestione precedente avevamo avuto una brutta avventura, ma di questa avevo sentito parlare molto bene! E mi sarebbe piaciuto molto incontrare loro e le loro belle bestiole. Che schifo di situazione! Se è così, chi oserà riaprirlo? Perchè a questo punto uno deve pur difendersi!

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    1. … ci vorrebbe una bella marea di gente pacifista accampata nella piana del Fabiani, tipo Woodstock e quando arrivano i soliti noti con le doppiette corrergli incontro mettendogli i fiori nei fucili.. Ma purtroppo non sono di animo così pacifista e invece dei fiori preferisco i manici nodosi giù per il groppone! Buona montagna Nadia

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      1. Dubito fortemente che i fiori li farebbero desistere!! opto per la seconda soluzione!!! molto più “sentita” ed efficace!!!
        Salutoni 😉

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  2. buon di scusate ma purtroppo devo intervenire , mi chiamo Cristian e sono l ‘ex gestore del fabiani negl’ anni 90 sino al 2004 quando purtroppo nell’ bellissimo contesto di Pecol di Chiaula mio papa’ perse la vita proprio nel rifugio da noi gestito. Voglio precisare che sono di Paularo e quando gestivamo noi il rifugio non c’erano ne strade ne piste forestali e il trasporto veniva fatto in elicottero ad inizio stagione e pagato di tasca propria ,il resto veniva portato a spalla e tramite una teleferica, anche noi qualche problemino lo abbiamo avuto per carita’ ma non facciamo polemiche sulla gente di Paularo che a noi e nella costruzione del rifugio hanno sempre dato una mano, non pretendiamo di gestire un rifugio in una zona detta “bandita” con una strada asfaltata fin fuori la porta, cerchiamo di essere consapevoli che uno che gestisce un rifugio sappia il sacrificio che deve fare ,troppo bello arrivare e dire “bello qui il prossimo anno voglio gestire un rifugio pure io” e non aver la minima idea di cosa si va incontro, noi abbiamo sempre lavorato sia con la gente del posto che con gente da tutte le regioni triestini compresi e tutt’ ora siamo in contatto e sono i ben accetti sia a Paularo che a casa nostra ,quindi voglio solo dire che se le cose non sono andate come volevano i gestori non e’ colpa della gente ma bensi di loro e prima di trarre conclusioni afrettate i vecchi dicevano che bisogna sentire due campane .Un grazie e mandi.

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    1. Ciao Cristian, posso rispondere per quanto di mia competenza e cioè in merito ai miei pensieri.. Sul discorso delle strade per raggiungere un rifugio la cosa è pacifica che chi lo prende in gestione sa a cosa va incontro.. I rifugi escursionistici lo sono proprio perchè privi di strade d’accesso, su questo non mi sono espresso, ho solo detto che l’aver una strada forestale fino in loc. “parrocchia” (se non erro) è comunque una grossa mano per chi gestisce il Fabiani. Per quanto riguarda invece in nostro modo di essere, e mi tiro dentro in quanto carnico e alla maggior parte dei carnici sono rivolte le mie critiche, purtroppo dissento perchè siamo CHIUSI, c’è poco da fare, ci saranno anche esempi positivi, e per fortuna, ma lo sai benissimo che il campanilismo impera così come la saccenza di certe persone che con la forza putroppo tirano di mezzo anche gli interessi delle persone oneste e volentierose. Peccato perchè a perderci sono sempre gli stessi.. E grazie di aver espresso il tuo punto di vista, a queste cose ci tengo parecchio

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      1. grazie a te per il sito comunque quando avremo occasione di conoscerci faremo una bella parlata su gestione e rifugi dato che anche tu sei appassionato grazie e speriamo di conoscerci presto.

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