30.10.2013
Non certo per fare lo speleologo, ma per curiosità si, decido di aggregarmi al gruppo di miei amici buontemponi facenti parte del Gruppo Speleologico Carnico.
Hanno dei lavori da fare, cose di poco conto, per portare alla grotta dei cristalli un gruppetto di ragazzi dell’alpinismo giovanile il fine settimana.. Mi unisco volentieri per andare a vedere la tanto rinomata Grotta dei cristalli.
La mattina piove, ma in grotta il bello è che le condizioni esterne non interessano molto. Poi rasserena e s’alza un vento forte da N a scacciare la perturbazione. Alle 19 siamo in 8 che dirigono verso l’ingresso, in un punto non ben definito sotto alla Parete Sud del Gampspitz. Attraversiamo sotto alte fasce rocciose, ci muoviamo alla luce delle frontali e che sopra la testa ci sia parecchia parete è facile da capire per tutti i massi presenti a terra, schiantati sulle piante come un tiro al bersaglio. Alcuni sono piuttosto “freschi”, lo denota la chiarezza della roccia, spero di non diventare il prossimo centro.
Saliamo ghiaie instabili, saranno una decina di minuti, e qui il saggio speleo barbuto crede ci sia l’ingresso.. E’ il dubbio che lo pervade che rende l’allegra combriccola piuttosto scanzonata dei suoi confronti, tuttavia si ricordava bene, una breve arrampicata ed è sul ciglio dell’ingresso principale della grotta. Tra corde, nodi, spit, passa una buona mezz’oretta ma poi saliamo anche noi e cominciamo la discesa nel ventre della terra. Non pensavo fosse così, me la immaginavo differente. Transitabile senza tanti mezzi e sicurezze. L’imbrago addosso è invece necessario per la prima calata, su terreno coricato, per raggiungere il salto di 7/8m che costituisce il primo “pozzo” (gli speleo usano questi termini..). Quindi con le mie tecniche alpinistiche da parete, magari più impacciate in questi frazionamenti ma sempre efficaci, raggiungo la base della prima sala, veramente molto ampia! Parecchio stillicidio dalla volta, tra luci più o meno forti dei presenti le gocce assumono tonalità differenti. Poi la volta è molto alta, sarà a più di 20m ed è contornata da quelli che sembrano filoni d’oro! Sarà Mirco che, stranamente serio, mi spiegherà che alcuni licheni con le gocce d’acqua formano sta tinta di colore così particolare. Ho tempo per vagabondare in giro, entro in un buco basso ed esco in un altro a metà sala, come i lombrichi. Tutta l’acqua del periodo è confluita all’interno della cavità ostruendo il passaggio più stretto della grotta che porterebbe alla seconda sala.. Peccato, dovremmo accontentarci, ma basta questo spettacolo per rendere la serata speciale. Dalle volte penzola qualche esemplare di pipistrello, mi fanno parecchia simpatia. Se ne stanno lì, appesi a testa in giù e pare vibrino alle nostre parole, eppure continuano a dormire. Batman..
C’è anche un piccolo rigagnolo d’acqua che fra le pareti amplificanti sembra assumere dignità da torrente.
Dei cristalli in verità resta solo qualche traccia, qualche resto sgretolato a terra o se ne intuisce la forma dei più grandi in alcuni tratti verticali della parete. L’incuria e la stupidità umana sono riuscite a distruggere quello che la natura ha costruito in milioni di anni.
E’ tempo di uscire, ci attende la seconda grotta, poco distante. Risaliamo assicurati alla corda con quelle scalette mostruose dai piccoli gradini sbilenchi che usano loro..
Il trasferimento porta via non più di 15 min. Siamo all’imbocco della “grotta sopra la centrale”, stavolta una cavità ben più conosciuta e utilizzata in parte come opera militare già dal primo conflitto mondiale. Stranamente c’è una volontà turistica in merito a tale grotta, all’ingresso dei cartelli eslpicativi nel descrivono le peculiarità ed è stato installato un sistema di illuminazione con impianti a norma etc etc.. Peccato però che i referenti da chiamare siano i miei amici e che non sono mai stati coinvolti nei piani. Fondi europei utilizzati per lo sviluppo turistico, che poi se uno vuole visitarla deve arrangiarsi da solo e con la propria illuminazione. Solito menage.
La grotta sopra la centrale è molto più varia della prima, un intreccio di gallerie di sezione per lo più circolare che si intrecciano e si riallacciano sopra una galleria centrale più grossa, il tutto scavato dall’acqua. Piuttosto impressionante. Pare un termitaio.
Alcune gallerie, quelle rivolte verso il torrente But, sono state modificate e sfruttate come feritoie di tiro per le motragliatrici, ci sono anche i canali di scarico per il raffreddamento. Penso che quei soldati destinati allo stazionamento entro il ventre della montagna siano stati parecchio più fortunati dei loro commilitoni impegnati sul Pal Grande qua sopra..
Continuiamo l’esplorazione seguendo il fido Piut che con passaggio atletico ci fa salire la vecchia scaletta arrugginita conducente ai livelli superiori della grotta. Qualche batticuore questa salita lo dà, saranno 15 m non di più, ma Mirco rimarca diverse volte di stare attenti, che la solidità dei gradini non è per niente buona.. Ed in effetti notare, per fortuna solo su un paio di gradini, che il diametro originale del ferro si è ridotto ad un quarto mi fa sudare parecchio e passare con la massima leggerezza (in senso fisico) possibile. In effetti ci sarà un motivo se chi ha fatto i lavori per rendere visitabili queste cavità ha tagliato di netto i primi 3 gradini della suddetta scala. Tirar su il corpo con una bella trazione è necessario.
Sopra è tutto più naturale e meno addomesticato a scopi militari, anzi per nulla antropizzato. Sembriamo delle talpe da cunicolo, son tutti che corrono di qua e di là, dietro a Fede che fa da Cicerone. Un passaggio più stretto in un corridoio conduce in aperta parete ad una grande nicchia verdeggiante, si vede giù il paese. Ci sono parecchie scritte sulle pareti, visitatori dei tempi andati che han voluto lasciare testimonianza del loro passaggio. Una scritta è dell’alpino Cimenti, probabilmente salito durante la prima guerra. Affascinante.
E’ ora del rientro, chiusa quest’avventura sotterranea come sempre confermo la mia predilezione per pareti, prati e cime al sole, con buona pace di Batman e dei suoi familiari presenti anche nella seconda cavità.
Il video visionario dell’amico Fede http://youtu.be/GbOzwbeFmy8








Info utili: la grotta dei cristalli è raggiungibile da Timau seguendo il sentiero CAI che dal locale New Mexico sale al Pal Grande. In corrispondenza di un ghiaione sulla destra, poco prima di un piano, si risale resentando le rocce per una decina di minuti. L’ingresso è poco prima di una freccia rossa, esattamente all’opposto di quanto indicato dietro a 2 alberi (all’incirca 5m sopra il ghiaione). Considerando il difficile accesso e la necessità dell’utilizzo di attrezzatura dedicata all’interno è consigliabile andarci con gente esperta.
La grotta sopra la centrale è raggiungibile con il medesimo sentiero basta seguitare sullo stesso altri 5 minuti per trovare il cartello con indicazione Grotte di Timau. L’accesso avviene tramite un cancello metallico, aperto, con degli scalini ricavati nella roccia. La parte visitabile (quella utilizzata dai militari) non presenta difficoltà di percorrenza, per i rami superiori è necessario un accompagnatore che conosca le cavità (probabilità di perdersi) e un buon allenamento/mancanza di vertigini per la scaletta descritta-
Omarut, Pelle e gli amici del gruppo speleo carnico