La mia prima volta da soccorritore sulle piste da sci

31.11-01.12/13

Rientro verso casa con l’oscurità, ho fretta di rivedere mia moglie e il mio marmocchietto. Li ho salutati venerdì sera ad ora tarda, lasciati nel letto prima di tornare in cantina a finire i preparativi per la giornata seguente… Mi girano in testa i discorsi fatti l’anno prima al corso, “la giornata di sicurezza piste comincia già la sera prima”, quindi manuale alla mano, spunto dal foglio le cose da stivare nel piccolo zaino nero che man mano assume la forma di una sfera pronta ad eslodere. Il colpo di grazia lo daranno i 30m di corda che inserisco per ultimi.

La notte sarà tormentata, vuoi per l’ansia di voler far bene il giorno dopo, vuoi per la sveglia antelucana o soprattutto per la settimana da inferno appena trascora.

Ore 5.50, il soccorritore Tolmezzino scalda la tazza di latte nel microonde, si lava e, semincosciente, si mette alla guida alla volta del Piancavallo. Fuori è ancora buoi. A Osoppo, in un distributore 24h, il vento sferza e in giro non si vede un’anima.

Poi albeggia verso S. Daniele, le previsioni davano giornata grigia e un pò di nevischio in alto ed effettivamente sembra che le cima siano avvolte da quelle nuvolaglie un pò sfumate, sintomo non di nebbia ma di nevicata in corso.

Come al solito sbaglio strada un pò di volte, dovrei conoscerle bene oramai, eppure ogni volta ci ricasco infognandomi  nelle viuzze dei paesetti della pedemontana pordenonese ma quando i cartelli cominciano ad indicare Aviano, so che l’opera è mezza fatta.

La strada per Piancavallo è lunga, un serpentone di asfalto sale a zig zag sulla montagna spoglia che guarda paesi, fiumi e mare. La visuale è sempre più ampia e questo è l’aspetto che contraddistingue questa porzione di montagna friulana dalle mie Carniche, dove l’orizzonte è quasi sempre chiuso da un’altra montagna. Qua di fronte non c’è nulla, solo terre basse dove le nuvole si caricano di umido e salgono a scaricare quello che portano in grembo.

L’orario è perfetto, sono addirittura in anticipo. Forse per questo Otto non è dove dovrebbe, ma il bar è chiuso, dubito ci si possa trovare qua. Ed infatti è già alle casse centrali dove ci troveremo assieme agli altri di lì a poco per il breafing iniziale.

Oggi in 5 della FISPS inauguriamo la stagione sciistica, anticipata per la neve prematura. Mi sento l’ultima ruota del carro e di conseguenza mi adeguo, sto dietro agli altri come un cagnolino in attesta di ordini.. “I migliori del corso saranno gli ultimi dei soccorritori” dicevano.

Devo dire che sono anche un pò spaesato, ma le operazioni di inizio giornata filano lisce. Otto non molla un attimo radio e cellulare, e chiama 118, ambulanze, responsabili vari, enti etc etc.

Ho tempo di guardarmi in giro e il contesto è comunque affascinante nonostante l’antropizzazione del luogo.

In seggiovia conosco meglio Roberto e Marco, Giorgio già lo conoscevo, i miei colleghi odierni.

Iniziamo a sistemare quanto fermo dalla stagione precedente, verifica materiali, spostamento dai depositi a valle a quelli a monte dove tutto dev’essere preciso, efficiente e soprattutto presente per le necessità.

Da un soppalco all’interno del deposito gatti scendono con l’ascensore a pastasciutta le Akje, bidoni grandi e piccoli, tavole spinali, cucchiai etc… c’è chi suda, c’è chi corre… E tutto va portato di qua e di là, Otto non ha pace e dirige materiali e uomini a ritmo serrato tanto che la mattinata letteralmente vola via!

Pranziamo alla Baita Arneri, magistralmente gestita da Ricky e il suo enturage. La base operativa della FISPS è nei pressi, una stanza attrezzata per accogliere i soccorritori durante le giornate invernali. Mi fermerò qui stanotte per evitare 2 viggi inutili.

Nel pomeriggio un pò di pattugliamento sulle piste aperte per prendere confidenza con questo polo invernale a me semisconosciuto. A parte la Salomon che resta nei miei ricordi per l’esame d’ammissione imparo i nomi degli impianti e delle piste, per fortuna parzialmente aperti al pubblico. La giornata va finendo e restano le procedure di chiusura piste prima del meritato risposo quando arriva la chiamata di soccorso, proprio all’ultimo! Con Otto ci dirigiamo verso un muretto sulla nazionale, il bimbo è a terra assieme al padre che lo assiste, probabile distorsione del ginocchio; smorfie di dolore sul visetto coperto dalla mascherina, povero piccolo. Otto mi fa trottare, tutto va liscio e in breve consegnamo il bimbo all’ambulanza per le cure del caso.

Il mio primo soccorso in pista.

Rientrerò a monte con i ragazzi dei battipista, gli impianti sono già chiusi.

Una bella serata all’Arneri in compagnia è quello che ci vuole per far riposare la testa da sto periodo scellerato.

Domenica di bel tempo, l’alba dalle vetrate del mio rifugio è un regalo.

Alba dall'Arneri
Alba dall’Arneri

Oggi il polo è preso d’assalto. I primi a salire sono i miei colleghi, Otto come ieri e Fabrizio che non conoscevo. Oggi è lui che fa le veci del capo. Pacato e preciso, assegna compiti e dispone materiali.

Primo giro di ricognizione e prima chiamata della giornata, stavolta tocca ad una ragazza ventenne, ad occhio l’antitesi della sportività. Distorsione al ginocchio, io e Fabrizio ci intendiamo a meraviglia e anche la malcapitata in breve è consegnata all’ambulanza.

Poi ci sarà lo snowbordista con la semilussazione alla spalla e il tipo con la contusione al costato, tutto sommato nulla di grave. Qualche informazione agli avventori, un pò di sole sulla terrazza dell’Arneri e la giornata di volontariato vola via.

Chiudo la Nazionale, accompagnando dall’alto 3 ragazzi che sono rimasti in Val dei Sass proprio fino all’ultimo, beata gioventù! Attendendo l’ultimo seggiolino ho tempo di studiare un pò le cime che circondano questa conca carsica, Tremol e Colombera offrirebbero delle belle discese seppur brevi con gli sci d’alpinismo.

ore 16.30 finisco il mio turno, ringrazio gli astanti e i colleghi e mi butto verso casa, dove mi aspettano a braccia aperte. 2 giorni intensi, ricchi di emozioni umane, di compiti e insegnamenti, anche un pò rubati a chi ha più esperienza di me in queste cose, senza dubbio un’avventura da ripetere.

FISPS

Omarut

2 pensieri su “La mia prima volta da soccorritore sulle piste da sci

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