15.09.2014
C’ho ancora la salsedine attaccata ai peli delle gambe che la voglia di Carniche, parliamo di montagne sia mai che a mia moglie nascano brutte idee, si fa prepotente. Rimando al domani gli impegni che dovrebbero essere primari per farmi quest’uscita pomeridiana, parzialmente propedeutica alla mega camminata che mi aspetta sabato (manifestazione estremamente parco 2014).
Adesso è primaria quest’esigenza, le altre cose le prenderemo a tempo debito.
Le partenze del pomeriggio sono accompagnate spesso dalla leggerezza. Abiti scarni, calzature ribassate e leggere. Di pesante c’è solo il mio stomaco e quello che ci sta dentro dal pranzo.
Sono le 2.40, abbandoniamo la macchina dopo l’ex bar Edelwaiss oltre Colllina e ci incamminiamo alla volta del Rif. Marinelli con l’idea di compiere una bella traversata che mi girà in testa da un pò di tempo.
Il sentiero diretto permette di arrivare alla malga Morareto senza intercettare quasi mai la strada di servizio del rifugio, anche questo non guasta. Mi piace scrutare gli sguardi di quelle 4 persone che incrociamo lungo la via di salita. Loro scendono, io si e no riesco ad accennare un saluto fra una sbuffata e l’altra. Max mi sta tirando il collo, il bello è che lui non ha nemmeno il fiatone. Fortunatamente, prendendo quota, la digestione si sblocca e ritorno in condizioni decorose.
La salita di questa valle è sempre uno spettacolo, starmene tra le sue radure di rododendri e larici mi lascia inebetito. Inebetita è pure l’espressione di Caterina, storica rifugista di Collina. Mentore dall’espressione e i modi altalenanti tra il cinico, lo scanzonato e l’autocompiaciuto ci sconsiglia il proseguimento proponendo un allenamento alternativo: quello del gomito per alzare il boccale di birra. Non sarebbe nemmeno una brutta idea, alla fine fuori c’è un venticello teso, cominciamo ad avere una certa età per queste corse scellerate.. Poi la cima del Crostis è schiacciata dalle nebbie… L’amico rifugista aggiunge che il percorso che vogliamo seguire fa 13 km di lunghezza ( e lo dice con ghigno misto sfida/divertito).
Ma noi siamo più forti! Le sirene e i loro canti li scacciamo a bottigliate di radler, dazio dovuto, e ripartiamo aitanti!
La montagna da qui prende vita sottoforma di cresta serpeggiante e panoramica, quello che mi aspettavo non essendoci mai passato prima (che vergnogna!). Il sentiero ne cavalca la china, scende a piccole picchiate, poi risale. Percorriamo queste alture con il vento che ci sussurra alle orecchie, il passo è lesto ma gli occhi più veloci a cogliere distese di prati stinti di giallo nei primi freddi settembrini. A destra la valle degrada fra paesetti e fazzoletti verdi sbattendo contro le Dolomiti Pesarine, le loro pareti scure. Verso sinistra scende una delle vallate più selvagge della Carnia, tra macchie d’ontano e ombre del versante settentrionale del Crostis.
Arriviamo a forcella Plumbs, qua ci son passato con gli sci qualche mese fa. Subito risaliamo verso la cima Coppi della giornata, il Crostis. Il sentiero taglia i pendii sassosi in maniera tranquilla all’inizio, poi più brusca verso la sommità con un passaggio aereo nuovamente in vista della valle di Plumbs. Senza difficoltà raggiungiamo una piccola forcella sulla displuviale, le nebbie che si intuivano dal Marinelli sono ancora qua e ci accompagnano alla cima della montagna in breve. Non si vede nulla, solo sterco di pecora e la croce di vetta.
Tantovale proseguire.
Il sentiero guida verso il basso, scendendo a larghi tornanti i prati della montagna verso Sella Bioichia.
Nebbie vanno, nebbie vengono, a tratti si intravedono i paesi della conca di Ovaro e non possiamo che fermarci ad ammirare e pensare a quanto siamo fortunati ad avere questo spettacolo a portata di “scarpa”.
Il sentiero ufficiale ci annoia, o lo perdiamo un attimo pensando che scenda sulla dorsale di cresta.. Alla fine saranno prati ripidi ma le scarpe terranno, per fortuna, e raggiungeremo la retta via, e il sentiero CAI ufficiale, dopo la visita fortuita a dei fortini del ’15 di cui non sapevo l’esistenza. Sella Bioichia è un pertugio nell’abetaia, si rientra verso la malga Plumbs e i suoi pascoli di rabarbaro e letame.
La strada di servizio scende lenta, un pò lunga ma dà tempo per goderci ancora un pò questa pace. Al parcheggio comincia a scendere qualche goccia dal cielo, il giorno si chiude con il sole che va verso Sappada, siam partiti da 3 ore.
Oltre la panoramica delle Vette, strada di biciclette e moto, tanto in voga in questi ultimi anni, c’è montagna vera. Montagna fatta di silenzi, di panorami, di fili d’erba che sussultano spinti dal vento, di pietre millenarie e creste che grattano il cielo. Basta aver la voglia di incamminarsi..
Omarut e Cac
Info utili: Percorso ad anello che dalla locanda Canobio a quota 1270m (oltre Collina di Forni Avoltri) porta a percorrere delle belle dorsali prative al cospetto della cima del Coglians, montagna regina del F.V.G. Dal rif. Marinelli a quota 2122m infatti parte la cresta del M.Floriz che porta alla forcella Plumbs e quindi alla panoramica cima del Crostis a quota 2250m. Il rientro avviene per la dorsale occidentale dello sesso fino all’intaglio di Sella Bioichia dal quale, per bei boschi d’abete, è possibile chiudere l’anello tornando al punto di partenza. Lunghezza dell’itinerario ca 13km, dislivello positivo 1200m ca. Tempi indicativi 5-6 ore.
P.S. Giro dedicato all’amico Amedeo che chiedeva delucidazioni in merito ad un giro “di cresta” sulle Alpi Carniche, molto consigliabile.



