13.02.2015
Abitare “ai piedi delle Carniche” mi dà la possibilità di scappare verso l’alto, posso ritagliare attimi preziosi da usare in un puzzle piuttosto complicato da decifrare. Il mio IO, così strano, così messo alla prova ultimamente, sa che lassù sui monti poche sono le comodità eppure si sente a casa, assieme agli altri come me che la pensano alla stessa maniera.
Oggi un cielo cupo fa sembrare questo venerdì più malinconico di quanto già non lo sia. Fuori dalla finestra il cielo è grigio, quel grigio umido che ti entra nelle ossa, che uniforma le tonalità dei colori a un’omogeneità di tristezza.
Solo mi chiedo che ci sto a fare seduto davanti ad un monitor che sopporto sempre meno.
So per certo che l’inversione termica oggi con noi dei fondovalle alpini sta giocando, c’ha messo sopra la testa questa cappa lattugginosa, come una coperta di lana sporca, vuole tener per se i raggi di un sole che oramai si sta facendo primaverile e forte.
E allora decido di andare sul Monte Tamai o “in Tamai” come si dice qua in Carnia. Mangio rapido e sono già in auto alla volta del piazzale dello Zoncolan.
Mi preparo, il termometro segna -2°C, non si vede a 10m, c’è una nebbia epocale e mi chiedo come facciano a tenere aperti gli impianti e che divertimento abbia la gente a sciare in queste condizioni. Poi penso alla mia condizione che, alla fine, non sarà molto differente dai discesisti da qui ad un paio d’ore.
Tutto giunge attutito in questa umidità, rumori soffusi, colori sbiaditi di chi mi passa vicino nel primo tratto di salita verso “il Cocul”. Prendendo a sinistra su una neve ghiacciata esco dal carosello dello Zoncolan e procedo sul percorso che d’estate conduce alla cima del M. Zoncolan lungo una comoda strada asfaltata. La poca neve lascia affiorare il ghiaccio sottostante che ricopre tutto.
Ancora un tratto sotto alla seggiovia e m’inoltro, finalmente, nei silenzi dell’Alpe Carnica quando giro il versante sui prati che portano alla malga Tamai. Le temperatura si sono alzate così come la nebbia che resiste a brandelli avvolgendo i larici di questo pendio. Il sole è lì ad un passo, posso ancora guardarlo negli occhi ma a breve sarò nell’azzuro di una giornata che in quota è davvero stupenda.
Su questo versante non v’è anima, sarà l’ora, sarà che sotto il tempo pare essere orrendo, quassu sto salendo lentamente godendomi ogni attimo.
Gli sci oggi sono il mio battello, i bastoncini remi che spingono a ritmo costante verso il largo, sopra a questo mare di nuvole da cui emergono cime conosciute di montagne a me care.


La casera Meleit è sulla battigia delle nuvole, oggi il mare è calmo, poche onde in giro ne turbano la superficie.
All’ombra della sella aumento il ritmo, ci sarà anche inversione ma sempre in inverno siamo.. Poi alla sella tra Tamai e Arvenis è nuovamente spettacolo verso le Dolomiti, la mole dei colossi di Dolomia rende ancora più incredibile l’effetto.. L’atollo delle Dolomiti, le isole del Pelmo, dell’Antelao e del Cristallo.
La solitudine ha i minuti contati, sulla cima del Tamai c’è già chi urla, è sceso dalla seggiovia che giunge a pochi metri. C’è chi mi fotografa e mi chiedo il perchè.. Son forse una bestia rara?
Il buon Mauro abitante di Erto e dalla canotta scura ha da poco detto che “godersele senza faticare” è l’offesa peggiore che si possa fare alle nostre montagne; concordo.
Quassù immerso nella folla sono solo, le montagne danno del Tu a chi le sa guardare con occhi diversi, a chi le sa rispettare fino in fondo e oggi mi ripagano con lo spettacolo che mi si para davanti.
Sono rasserenato, di questo avevo bisogno.
Omarut
Info utili: La salita al Tamai è una delle scialpinistiche più in voga in Carnia perchè garantisce quasi sempre una discesa percorribile sfruttando le piste del comprensorio dello Zoncolan nonostante la salita per la maggior parte avvenga fuori dal demanio sciabile e con una certa “tranquillità”. La risalita delle piste al momento in regione F.V.G. non è consentita e allo scopo il percorso si snoda per la prima parte a lato della piste e dal rif. Cocul in maniera autonoma seguendo la strada estiva. Passando sotto all’ultimo tratto della seggiovia Cuel D’ajar va tenuta successivamente la sinistra in leggera discesa per prendere il tracciato, solitamente sempre ben battuto, che aggira il versante verso Malga Tamai in direzione S-E. Si prosegue in traverso dirigendo verso la forcella tra M. Tamai e avancorpo dell’Arvenis. Da qui in breve alla cima del Tamai a quota 1970m.
Dislivello 700m ca – tempi di ascesa 1.30/2 – Difficoltà MS (disecsa in pista)