Il canale Ovest della Cresta Verde, fra camosci e stelle alpine

10.03.2015

Che sia il tempo dei canali questo è indubbio, sempre che si abbia la voglia di salire su per i monti e dimenticarsi per un attimo i primi caldi primaverili che invoglierebbero ad arrampicate di fondovalle.

Oggi speravo nella discesa pomeridiana dei pendii della Cresta Verde, ma se si chiama Cresta Verde un motivo ci sarà.. Ed infatti a Passo Monte Croce l’erba, su in alto, sta esattamente dove speravo di disegnare qualche bella serpentina bianca.

L’attimo di smarrimento è temporaneamente archiviato quando arrivano una guida e un aitante austriaco con gli sci ai piedi. In linguaggio multietnico (austriaco/italiano/inglese/friulano) capisco che si son fatti tutto il giro del Coglians via Val Valentina e Rauckofel (più di 3000m di dislivello) e necessiterebbero di un passaggio fino alla Plochen Haus.. E vabbè, se era tardi per partire diventerà tardissimo. Gli austriaci aggiungono anche che dovremmo camminare circa 15 minuti con gli sci in mano per trovare la prima neve..

Fortunatamente, la traduzione dev’essere stata approssimativa perchè gli sci dal Passo li toglieremmo solo in cima alla nostra sciata.

Saliamo sfruttando il valloncello ben innevato, mentre sulla destra dalle pareti della Creta di Collinetta rotolano sassi che vanno ad ingrandire i grigi ghiaioni assolati. Con Max non fiato, a destra la visuale è l’antitesi dello sci alpinismo, per fortuna a sinistra il boschetto di rientro pare ben innevato. Dà coraggio la visuale dello Stivale che pare percorribile almeno fino ai prati sommitali.

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Il passaggio verso il valloncello
Il passaggio verso il valloncello
Prima rampa dopo il pianoro
Prima rampa dopo il pianoro
Si sale..
Si sale..

Al pianoro non troviamo una linea sciabile tra la displuviale della Cresta Verde e noi per cui archiviamo questa idea.. Ce ne sarebbe un’altra che mi gira in testa da un pò, quella del Canale Ovest, linea bianca costretta tra il verde dei prati e le grigie bastionate della Creta di Collina.

Pare fattibile, l’idea acquista validità vicino alle pareti delle falesie, da qui si intuisce che c’è abbstanza neve fino in cima. Cambiata la destinazione!

Dal pianoro la pendenza sale subito in corrispondenza di un passaggio alto che garantisce l’ingresso alla parte alta di questo valloncello/canale. La neve, fino a pochi minuti fa scaldata dal sole e ridotta a pappa, si sta già raffreddando e consente una progressione non molto faticosa.

L’accesso al vallone poi apre un Mondo nuovo, un microcosmo alpino veramente interessante, da piantarci la tenda.

Da su già da un pò grossi camosci vivacchiano sulla cresta spelacchiata e ci guardano curiosi, noi manteniamo il silenzio cercando di non turbare questa pace.. Ed effettivamente è veramente strano non sentire in continuazione i rombi delle moto che giungono dalla strada per il Passo, in tutte le altre stagioni sarebbe così.

Oggi no.

Oggi solo il rumore delle nostre lamine che graffiano il manto, delle acque dei canali che scorrono dalla Cresta Verde e il rumore del silenzio della Creta di Collina. Strano ma vero, è un silenzio che parla.. La Creta è lì ad un passo, in pratica stiamo salendo i suoi pendii basali e mi sento piccolo e osservato. La sua mole incute rispetto, lo sguardo verso l’alto ci scappa in continuazione, quasi più del gurdare dove vanno le punte dei nostri sci.

Nella neve, da piccole buche escono le stelle alpine. Devono essere state strappate dalla valanga e sono qui depositate in piccole nicchie di ghiaccio, ce n’è tantissime, unica disomogeneità nel bianco che stiamo salendo.

Ridacchio pensando a ribatezzare questo come “il calzino”… Se l’altro è lo stivale…

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Verso la parte alta
Verso la parte alta
Ultime luci sulla Valle del But
Ultime luci sulla Valle del But

Verso la sommità del pendio le pendenze si fanno interessanti e la neve ghiacciata, più su affiorano grosse lastre di calcare, putroppo l’uscita sulla displuviale oggi ci è preclusa. Ma va bene così, la luce del tramonto, l’amicizia, l’aria fresca della sera, la mole acuta del Gampspitze, il silenzio della Creta di Collina, vuoi che non vada bene così?!

Scendiamo, sciando fino al Passo.Guardinghi in alcuni tratti ma nemmeno troppo, alla fine è andata più che bene!

Omarut e Caç

Info utili: il canale “del calzino” costituisce una sciata interessante e valida alternativa a quella del vicino Stivale. L’itinerario si sviluppa in un valloncello dove si incanalano le slavine della sovrastante Creta di Collina, quindi da percorrere unicamente con condizioni di neve sicura. Linea evidente dal pianoro di quota 1700 già visibile anche da Timau, dislivello dal Passo di Monte Croce Carnico circa 700m. Difficoltà BS (2.3-PD-E1) e sopra qualcosa di più se l’uscita in cresta è fattibile.

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