Il cidin ch’al sa nome di nèt

In fondo ad un cassetto ho trovato questa poesia di Enzo Driussi.

E’ scritta su di una cartolina ingiallita che porta addosso il colore smorto del tempo che passa. Una chicca.

Un peccato non divulgare questi scritti.

Per gli intenditori, poche parole in alto, quelle che bastano.

“A un a un

duc’ i pinsìrs mi scjampin vie

e tal lòr puest mi jentre,

come un suspìr lizère,

‘ne grende pàs che a vuèit

‘levi par dut cirìnt.

Fuarte,

come t’un spàsim,

‘o sint aduès le voe di piardimi

ta chest cidin ch’al sa nome di nèt

e restà lì, incretàt,

e no cjatà mai plui le strade dal tornà.” 

foto 4

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