Lo specchio di Biancaneve

22.12.2017

Ci sono giornate nella vita di un uomo che, per essere complete, devono contenere una quantità ben definita di silenzio. Attimi di cui la tua anima necessità e si nutre, in maniera forte e profonda, per creare quello che sei – nel bene e nel male.

La frequentazione della montagna d’inverno permette il più delle volte di varcare la soglia di un mondo muto che affascina ancor più quando il freddo attanaglia gli elementi e serra quello scorrere quotidiano che si protrae negli altri periodi dell’anno.

E’ l’immobilità dell’acqua la condizione che ci piace salire e lo possiamo fare solo ora, per passare dove non potresti altrimenti.

Provo sempre un’assoluta pace, interiore ed esteriore, quando il contatto con la terra che mi ospita viene per qualche attimo “dissolto” dalle becche delle mie piccozze o attraverso le punte dei miei ramponi. Sono pochi i centimetri di ferro frapposti tra me e il Mondo, bastevoli a confermare che spesso la vita non è altro che lo scorrere di un flusso che può in qualsiasi momento ghiacciarsi senza preavviso. Penso ai discorsi di Luca, ai cambiamenti intercorsi nella mia vita e in quella di chi mi sta accanto.

In questo scorrere quotidiano la montagna ha sempre rappresentato per me gli argini rocciosi che contengono “la retta via”, contenendo l’alveo entro i regimi  a me più consoni.

Sto salendo la colata ribattezzata “Lo specchio di Biancaneve”, mancava alla lista delle salite in zona Sappada, ma con pazienza vado depennando le mie mancanze soprattutto grazie a Luca che sulle cascate ci metterebbe volentieri la residenza.

La credevo più complessa, a vederla dal centro di Sappada pare una cattedrale bianca troppo incombente per una salita rilassante. Eppure, come quasi sempre accade, l’esserci dentro rivela in verità un’essenza fatta di scivoli ghiacciati e piccoli salti verticali. La salita è sempre piacevole e sicura, le soste sono tutte attrezzate con materiale inox e anche questo la rende fruibile da molti.

Le lunghezze si susseguono sotto i colpi di picca di Luca che apre sempre le danze, io seguo veloce guardandomi attorno. In alto i miei polpacci infuocati dicono che abbiamo salito parecchio ghiaccio, di li a poco infatti la colata termina mesta tra i mughi e le paretine appoggiate della parte superiore. Siamo saliti 220m circa, per essere la prima uscita stagionale non potevamo chiedere di più!

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Info utili: Parcheggio presso Sappada scendendo verso la pista Nera (lasciare la statale nei pressi della chiesa principale, provenendo da Forni Avoltri si scende a sinistra), oltrepassato un sottopassaggio qualche centinaio di metri sulla destra si trova il piccolo parcheggio nei pressi si un ponticello in legno sul Piave. Inoltrarsi nel bosco seguendo la traccia solitamente battuta e i bolli rossi sugli alberi, in una ventina di minuti si è alla base della struttura a quota 1400m ca.

La colata può essere salita in più punti, solitamente il tratto centrale è quello più percorso. Soste attrezzate per le calate ad ogni lunghezza di corda.

Lunghezza complessiva 200-250m in base alle condizioni dl ghiaccio, difficoltà dal 2° al 3°+.

 

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