Via del Pilastro S-E alla Creta di Aip

Il tracciato della via con le soste

La Creta di Aip in questi ultimi tempi è stata bersaglio delle guide austriache che hanno “tempestato” tutti i versanti di vie più o meno attrezzate in maniera sportiva. Fra queste decine di itinerari vi sono tuttavia dei percorsi storici, magari classici che hanno perso un pò del loro smalto iniziale e quello che ho percorso oggi con l’amico Sbriz credo proprio sia uno di questi. In effetti la via originaria è stata aperta nel 1927 e successivamente, non ho idea in che anno, è stata attrezzata completamente con fittoni resinati. Sul penultimo tiro è presente il libro di via, tale libro parte dal 1980 ed è ben lungi dall’essere terminato, segno che non vi è poi tutta sta grande freqentazione!

Comunque anche sto fine settimana torno in Creta di Aip spinto dall’amico, le destinazioni dovevano essere differenti ma pazienza! Senza la nebbia dello scorso w.e. è tutto molto diverso e arriviamo all’attaco, partendo dalla Rudnig Alm in maniera differente rispetto alle altre volte: senza fretta ci cioncediamo una piccola divagazione panoramica verso il Biv. Lomasti per poi rientrare verso la salita odierna seguendo la displuviale prativa della sella di Aip (Rudnig Sattel). I panorami sono stupendi e il gran caldo previsto ancora latita fortunatamente grazie ad un fresco e piacevole venticello.

La creta di Aip dalla Sella di Aip

Arrivare all’attacco, oggi che non c’è nebbia, è un giochetto. Sotto le prime rocce ci dividiamo il materiale, partirò io, come sempre senza relazione. La cosa non mi preoccupa essendo tutto il tracciato segnalato da vecchi “bolli” gialli abbastanza evidenti, il fatto poi che nella roccia siano infissi dei grossi fittoni in acciaio elimina ogni problema.

Il primo tiro è corto ma mette subito in circolazione il sangue nelle braccia: primo tratto di rocce appoggiate per finire con una fessura verticale, ben protetta, piuttosto facile ma piuttosto “violenta”; la sosta è subito sopra, saranno 20m. 4°+

Il primo tiro

Fabio mi raggiunge e parte lesto per il secondo tiro: traverso verso dx fino a intercettare il fondo di un canale, poi dritti verso un masso incastrato e quindi a dx mirando alla sosta subito sopra. 1 pass di 4° – 20m

Verso la seconda sosta

Raggiungo Fabio alla seconda sosta che mi passa l’inutile armamentario di ferraglia anche oggi portato a spasso senza un perchè, presumo. La successiva lunghezza non capisco bene dove vada: nel canale marcetto di sx ci sono i soliti bolli gialli eppure a dx ci sarebbero delle stupende placchette… Fittoni zero percui seguo i bolli e con delicato traverso mi rimetto sulla linea di salita. Non trovo attrezzature e mi pare strano, Vabbe, almeno ho i frend e ne piazzo uno più su. Fabio mi blocca e, guardando bene intravede i famosi fittoni, ovviamente a dx, ovviamente NON dove sto salendo io! Uff… Come un gambero di montagna ripercorro a ritroso lo spazio che mi separa dalla sosta, e seguo la retta via che mi porterà verticalmente a percorrere il tiro più bello dell’intero tracciato su splendide placche di 3/4°. I fittoni non mancano e subito sopra sosto, 30m c.a.

Le placche del 3° tiro

Un invidioso Sbriz mi raggiunge in sosta, contrariato per il bel tiro che mi son beccato.

La via continua seguendo un grosso canale, fittoni non se ne vedono ma non si prospettano nemmeno alternative plausibili percui l’amico sale fino a dove il canale si raddrizza bene e puntuale trova il fittone indicatore del giusto percorso. Con un passaggio più atletico raggiunge la sosta successiva con annesso libro di via che viene opportunamente vidimato dai sottoscritti. 30m, pass di 4°

IL tratto più ripido del 4° tiro, verso la sosta

Segue quello che sapremo poi essere l’ultimo tiro. La partenza è il tratto chiave della via e io, con la mia spalla malandata, mi invento un movimento che lascerà traccia del mio passaggio (sbucciatona dello stinco).. Poco male, poi le difficoltà calano, aggiro verso destra piccole rocce e mi trovo sul versante opposto al canale. La via è evidente verso sx com’è lampante che oramai è finita.. SAlgo per roccette di I° grado e proprio sulla sommità trovo l’ultimo fittone per recuperare un compagno piuttosto contento dell’ascesa appena compiuta. Si, sono contento anch’io, non fosse per la stanchezza accumulata per altri motivi in questo ultimo periodo sarei più felice ancora. Ma va bene così – Il praticello della cima è verde e morbido, tolgo le scarpette e raggiungo scalzo una roccia dal gran panorama, mi perdo in me, nei miei pensieri e in quello che mi circonda.

Rientreremo poi per la ferrata delle Crete Rosse, ingombra di persone piuttosto inesperte / impedite.. Portare pazienza ha detto il Signore e così facciamo sulla sommità attendendo uno ad uno i membri del gruppo di friulani che mirano alla cima della creta di Aip. Un pò penso a quando ero come loro, devo averla persa quella meraviglia incondizionata, il mio sta diventando quasi un mestiere più che un hobby, ma riesco ancora ad apprezzare tutte queste bellezze, altrimenti chi me lo farebbe fare alzarmi ogni w.e. alle 6?????

Ifno Utili: via semplice, ben attrezzata e in un posto indubbiamente magnifico. Avvicinamento 1h dalla Rudnig Alm. Materiale: corda da 60 (basta la singola) e 7/8 rinvii, la via è chiodata con intelligenza e ove necessario c’è sempre un fittone. Le soste sono attrezzate. Sviluppo circa 170m – tempo per percorrerla 2 ore senza fretta. Dalla cima poco a meridione passa l’evidente sentiero che porta alla ferrata Crete Rosse, di lì in 20-30 min al sentiero di rientro.

Omarut e Sbriz

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