04.08.2015
Incuriosito ed ingolosito da una recente pubblicazione sull’internetto mi ritaglio una mezza giornata dalla calma lavorativa per salire questa nuova linea aperta dalla G.A. Di Gallo e suo figlio da meno di un mese. Le novità mi attirano sempre e considerando che in questo angolo di montagna friulana non c’ho ancora mai arrampicato non posso che proporre la salita all’amico Max che come sempre accetta senza saper bene cos’abbia in mente il sottoscritto.
Partire per l’alpe alle 14.30 del pomeriggio non è raccomandabile, alcuni preparati signori al parcheggio di Grauzaria ce lo fanno notare, tocca rincuorarli e dire che torneremo indenni anche da questa avventura.
La salita nella canicola più rovente passa attraverso boschi di pino riarsi, di faggi ombrosi e il successivo greto di un riscello in secca.. Bianco accecante, rovente, dove si salvano solo dei grossi ragni panciuti. Dopo l’ennesimo aracnide che il mio amico rischia di mangiare alla mente mi riaffiora il ricordo di quando con Bruno diressi verso il biv. Feruglio e il Gran Circo… Il sentiero è lo stesso, queste zampone pelose appese a delle tele tenaci devono essere i nipoti dei ragni di allora.. Certo che fanno schifo e ce n’è tantissimi, non ne ho mai trovati così in altri posti. Ma la parete oramai è in vista e ci concentriamo su quello che ci sta sopra la testa, non davanti.
Entrati nel canale dove il sentiero volge ad Est gli spit della via sono già visibili, ci portiamo sotto all’attacco per cambiare le maglie madide di sudore ed attrezzarci a dovere per la salita. Un’ora esatta di camminata dal parcheggio.
La parete è verticale, la linea si sviluppa su 3 lunghezze alla sinistra di uno spigoletto che da il nome alla via.
Il primo tiro non oppone particolari problemi anche se la roccia è quella tipica delle pareti N di media montagna, pare polverosa e non troppo aderente ma le scarpe in fondo non scivolano mai. Si vede che gli apritori hanno lavorato per i numerosi buchi ripuliti dalla vegetazione, certo la spittatura è piuttosto allegra..



Arrivo alla prima sosta, piuttosto scomoda, e recupero Max. Poche parole per dire che me la tirerò tutta da primo oggi. per cui senza troppo tergiversare ricomincio la salita a pochi metri da uno spigolo dove alle spalle va delineandosi un bel salto sui ghiaioni sottostanti.
Attacco io, passaggi con prese svase anche grosse non oppongono particolari difficoltà ma uno è spittato veramente lungo. Sarà che la mia testa fa quel che vuole ma leggere sull’unica fonte di notizie “via per familglie di tipo sportivo” cozza un attimo con quel che sto trovando davanti a me sulla roccia.. Attrezzatura a volte molto lunga; in un caso piazzo un frend che cautamente mi son portato appresso. In un punto mi fermo, a venti metri sopra la testa di Max non vedo la prosecuzione della scalata, solo un cordino davanti a me che da qua pare messo su uno spuntone di dubbia tenuta. Che fare? Dopo un paio di minuti mi convinco, le difficoltà dichiarate le domino tranquillamente – in teoria – e raggiungere il cordino notando che non di spuntone si stratta ma di sana clessidra mi da una boccata di ossigeno.
Alla prima sosta trovare una placchetta girata di 90° rispetto a quella di calata con anello mi ha fatto pensare ad un errore fortuito, la seconda sosta è attrezzata alla stessa maniera.. Mi dovrò aggiornare sulle modalità di attrezzatura, son rimasto indietro!
La parete assume verticalità, raggiungo indenne anche la seconda sosta, questa decisamente più comoda. Ora viene il bello, il tiro più impegnativo. Confronto col compagno, siam qua e tantovale finirla per non aver rimpianti futuri.. Speriamo che la guida, quella alpina e non cartacea, abbia fatto il suo dovere proteggendo bene il tutto dove necessario..

Mi troverò a maledirla parzialmente più su, dove ad occhio sto superando quello che dev’essere il passaggio di 5c, su una pancia placcosa con prese larghe ai lati… Ma la concentrazione è salita e non ho tempo di maledirlo perchè il rinvio è ben più basso del passagio.. E di mettere qualche intermedio non se ne parla. In questi casi è meglio spegnere il cervello e salire perchè altrimenti diventa pericoloso. Esco, esco nel canalino finale dopo un passaggio molto carino in strapiombo. Solo un brivido a 30cm dalla sosta prendendo un grosso appiglio che prontamente mi resta in mano, ma dentro questo “canalino” non sarei comunque andato da nessuna parte. Decisamente bello il terzo tiro.
Max arriva dopo qualche sbuffata, la via “per famiglie” è fatta. Rientriamo alla base in una mezzoretta di corde doppie e aneddoti, comunque soddisfatti.

INFO UTILI: Aperta da M. ed A. Di Gallo il 4.07.2015 sulla parete N della cima N-E della Grauziaria è raggiungibile dal parcheggio per il rif. Grauzaria in 1h di cammino seguendo dopo il bosco il sentiero sulla sinistra per il biv Ferruglio (non prendere il sentiero prima per Fassoz!). La via presenta 3 lunghezze di circa 30m cad, con difficoltà massime sull’ultima lunghezza di 5c (il resto più semplice). Attrezzatura a spit inox predisposta alle soste per le calate a corda doppia (necessaria corda da 70m se singola). Necessari 7 rinvii.
In merito alla chiodatura mi sento di sconsigliare la via a chi non ha dimestichezza con le vie in montagna o comunque con quelle chiodate “lunghe”. Un paio di passaggi, in caso di errore, comporterebbero voli di almeno 10m, per cui non è proprio una salita “per famiglie”. La solidità della roccia poi lascia poco spazio per eventuali integrazioni.. Chiarito ciò, buona arrampicata!
Omarut e Max