Peralba per il versante Ovest (chiamato cresta..)

24.08.2014

E’ un mare di pietra quello in cui mi sto muovendo. Solitudine assoluta, resa ancora più dura dalla sensazione che offre il tracciato di questa salita, la ovest del Peralba, sicuramente meno frequentata della normale e della ferrata Sartor, sull’altro lato. Di fatti sono solo. Oggi sarei salito volentieri in compagnia di qualche amico, ma tant’è. Di stare sotto le coperte in una delle poche mattine di sole di tutta l’estate non ne avevo proprio volglia.

Il Peralba da O mi mancava, sapendo della relativa facilità mi permetto l’ascesa in compagnia di me stesso.

Divago per prati, ghiaioni e nevai poco sopra il rif. Sorgenti del Piave, la cartina è a casa, come sempre.. Rastrello con lo sguardo le pareti che mi sovrastano, il panorama sulla Val Visdende e quanto ci sta attorno. Il passo è lesto anche se regna l’incertezza dell’itinerario. Sembra già un altro Mondo questo, distante poco più di 1 km dal parcheggio e la sua gente eppure tanto selvaggio ed affascinante.

A terra leggere tracce di passaggio, mi chiedo se siano di animali o bipedi come me in cerca del giusto attacco per il crestone Ovest. Entro in un boschetto di bassi abeti e rododendri e finalmente incrocio la giusta traccia di ascesa, nera, ripida e viscida. Un poutpourrì di bolli di vernice traccia la via da seguire.

Sguardo verso il M. Lastroni
Sguardo verso il M. Lastroni
Skyline alpino
Skyline alpino
La Val Visdende e la nera sagoma del Peralba
La Val Visdende e la nera sagoma del Peralba
Abetaie
Abetaie

Inizialmente il bosco la fa da padrona ma man mano che salgo la vegetazione s’abbassa e resistono solo i pini mughi che non infastidicono la visione di questo panorama incredibile. Davanti a me si stende la Val Visdende, oltre le Dolomiti dalle cime più alte imbiancate già ad agosto. Effettivamente fa parecchio freddo, sarò attorno ai 2/3°.. se mi fermo mi ghiaccio.

I mughi lasciano spazio definitivamente alla roccia calcarea più su, al bianco del Peralba..

Dapprima la via risale tendenzialmente verso sinistra con passaggi mai impegnativi. A lato va delineandosi quell’esposizione che da più fonti ho sentito, soprattutto nella discesa di questo itinerario con gli sci. Lungo un traverso guardo il bosco di abeti sottostante (almeno 400m più in basso), mi ricorda gli spostamenti in elicottero.. E’ solo dall’alto che gli alberi appaiono differenti, perdono la loro fisionomia a cui i nostri occhi sono abituati per diventare un verde tappeto punteggiato. Capita raramente di trovare una parete con questo punto di vista. Sulla Ovest il bosco gratta la gengiva delle rocce, altrove ci sarebbero i prati.

La quota sale.

Peralba 3d

Primo tratto
Primo tratto

DSCF0641

Avamposto austriaco
Avamposto austriaco

La traccia segue fedelmente lo spallone che punta alla cima, a sinistra salti e ghiaie, a destra salti e pareti più verticali.

In un pianetto giace uno stentato praticello, ci fosse caldo sarebbe da stendercisi e oziare davanti a questo quadro d’autore, ma fa freddo!! L’erba sotto gli scarponi ha preso a scrocchiare, ho superato lo zero termico a quanto pare.

Attorno alcune nuvole vanno addensandosi, arrivano da Est e non posso vederne l’evoluzione perchè la dorsale si frappone tra il mio sguardo e loro. Il barometro da polso è sempre in picchiata ma è normale a questo ritmo di salita. Non mi piacerebbe trovarmi su questo versante con la nebbia, tantomeno con un temporale, da solo.. Giusto la scorsa settimana sull’altro lato è stato colpito un alpinista da un fulmine.

L’uniformità del grigio è rotto dai mucchi di reticolati stesi dagli austroungarici durante la prima guerra, questa era l’estrema propaggine delle loro difese. Di tali presidi tuttavia resta ben poco, la base di un baraccamento, sassi impilati da cent’anni stanno lì a guardare la Val Visdende e la cresta di confine.. Chissà che hanno pensato quei soldati austriaci al termine della guerra, quando il Peralba è passato completamente in territorio italiano, per nostra fortuna..

Da qui sembro ubriaco, sui sassi più grossi non si sta in piedi, pure il ghiaccio ci voleva! Ma durerà poco, uscire in cima proprio nei pressi della Madonnina di vetta è un attimo prepotente.

Aria di cresta, aria di libertà.

Quota 2694m, qualche anno che mancavo quassù. Anche la Ovest è fatta.

In vetta
In vetta

DSCF0649

La cresta del Peralba
La cresta del Peralba

In cima 3 persone, scambio 2 chicchiere e chiedo lumi sulla normale per la discesa temendo di trovarci ancora neve nel canale. Via libera, dice il più anziano, ringrazio e proseguo sulla lunga linea di cresta. Mi fermerò più in là, tra nebbie veloci e raggi di sole sopra alle verdi vallate d’Austria a settentrione.

Da quassù il Monte Oregone è poco più che un cocuzzolo, guardo l’orologio e penso che posso farci una capatina.

La discesa della normale non oppone particolari difficoltà, il cavo che aiuta la discesa del primo canale è stato rimesso in tiro da poco e si scende tranquilli. Incrocio un giovane, solitario e provato, mi chiede quanto manca alla cima.. Dice che ci son passaggi esposti da dove è appena salito (la normale???) e che preferisce la ferrata Sartor – spero non capisca la mia faccia sbigottita per tali affermazioni, saluto cortesemente e proseguo.

Il mondo è bello perchè è vario.

2 passaggi più verticali e sono ai prati basali in un intrico di sentieri. Dirigo al vicino passo dell’Oregone (Hochalpljoch) a 2280m indi per ripidi prati e tracce alla dorsale di confine sovrastante la Valle di Fleons. La vista del circondario è purtroppo impedita dalle nebbie e le nuvole che stanno man mano calando il sipario. Peccato. Lungo la displuviale raggiungo anche il prativo M. Oregone (2385m) fra marmotte che scappano fischiando e campanacci lontani di mucche al pascolo.

La mia attenzione è sempre stata attirata dal forte, ben visibile dal passo Sesis, edificato sotto al Monte Oregone. Pare fosse una caserma della finanza anche se all’interno trovo stemmi che immagino essere degli alpini.. Mi aggiro per la costruzione, purtroppo oramai messa piuttosto male e resto di stucco trovando servizi igienici con reti dell’acqua per caduta da serbatoi di metallo, controsoffitti in legno, un caminetto all’interno di una stanza e la cucina economica a legna per quella che doveva essere la mensa. In uno stanzone matasse di filo spinato, ce ne saranno una dozzina.. Tutto lasciato alla montagna.. Se proprio dovevano dismetterla, gli alpini potevano anche portare via un pò di immondizia invece di lasciare tutto qua, tempo ne avevano di sicuro.

Rientro sui miei passi. Incrocio gente conosciuta, dal Passo di Sesis in giù è nuovamente bolgia. Al Rif. Calvi mi fermo al volo per una bibita, suona una fisarmonica come antipasto alla festa di mezzogiorno incombente. Sulla Torre dei Fiori una cordata è impegnata nel primo tiro di una via a spit, sono le 11.15…

A 50m dalla macchina inizia a piovere, 4 ore di sole per quest’estate sono già troppe. La gente fugge, le mucche rientrano alla stalla, ci sono 9°…

Gli alpinisti sul primo tiro si staranno lavando, così come quelli sulla cima del Chiadenis, come quelli che partono dal parcheggio ridendosela di aver dimenticato l’ombrello diretti al Calvi.

il mondo è bello perchè è vario.

Omarut

Il M. oregone tra le nuvole
Il M. oregone tra le nuvole
Il forte dell'Oregone
Il forte dell’Oregone
Vecchi fregi
Vecchi fregi

DSCF0679

Info utili: l’ascesa al M. Peralba dal versante Ovest è un percorso molto meritevole per il panorama che offre e la relativa tranquillità rispetto alle 2 vie di salita maggiormente gettonate (via normale da N e ferrata Sartor da E). Percorso riservato ad escursionisti esperti (EE) con alcuni passaggi di 1° grado e qualche tratto esposto. Tempo di salita dal parcheggio circa 2.30h – Dislivello 864m. Percorso sconsigliabile in caso di nebbia per la difficile individuazione! Dal parcheggio seguire la strada per il rifugio Sorgenti del Piave e quindi il sentiero verso la Val Visdende, dal quale sulla destra si stacca la traccia per la Ovest (bolli di ogni colore e genere successivamente).

3 pensieri su “Peralba per il versante Ovest (chiamato cresta..)

  1. Ciao Omar. Eri domenica sulla ovest al Peralba? Per poco non ci incrociavamo: noi eravamo sul Torrione Ravascletto anche se la breve pioggia-grandine di fine mattina ci ha fatto scendere a metà via.
    L’altra settimana ero alla tua falesia di Casera Collinetta di Sopra, anche se poi ho fatto solo le due vie più facili (per me già abbastanza 🙂 sulla destra.
    Bello il posto! Il monsone di quest’anno ha fatto crescere parecchia erba in buchi e fessure.
    Un saludon ciao

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    1. Si si, domenica! Peccato non esserci conosciuti ma il cerchio si sta stringendo 🙂 Per le falesie (a parte il meteo dell’anno) se fossero un pò più frequentate si pulirebbero ma nonostante il posto che reputo bellissimo, a parte i tedeschi, gli italiani la snobbano, e non ne capisco il motivo!

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      1. Sì il posto è una chicca, con quel bellissimo prato pianeggiante. Invita tanto a distendersi sull’erba… basta non fare come me che mi son disteso su un paio di ortiche…
        Ben dai, speriamo che il cerchio si stringa ancora un po’! A presto

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